Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

3 mag 2020

Il libro dell'inquietudine - Fernando Pessoa (Romanzo - 1982)

"All'improvviso oggi ho dentro una sensazione assurda e giusta. Ho capito, con una illuminazione segreta, di non essere nessuno. Nessuno, assolutamente nessuno. Nel balenìo del lampo quella che avevo creduto essere una città era una radura deserta; e la luce sinistra che mi ha mostrato me stesso non ha rivelato nessun cielo sopra di essa. Sono stato derubato dal poter esistere prima che esistesse il mondo. Sono stato costretto a reincarnarmi, mi sono reincarnato senza di me, senza essermi reincarnato".


In quest'opera postuma e incompiuta, il protagonista, Bernardo Soares (evidentemente un Pessoa mutilato) redige un diario esistenziale, una confessione intima, un'autobiografia abissale. Soares, infatti, sonda il suo subconscio, un universo che condiziona la realtà che percepisce con i sensi. Per lui la vita è solo casualità, la quotidianità è grigia, anche se costellata da piccoli fulmini di rivelazioni. Scritto nei primi anni Trenta del Novecento, ci troviamo a Lisbona, più precisamente in rua Dos Douradores. Tutta la dimensione esistenziale del protagonista si trova lì, tra l'ufficio e l'alloggio al quarto piano. Da questa via, osserva il mondo esterno, ma soprattutto quello interno, un mondo che in fin dei conti non conosce veramente. Soares, un aiutante contabile alle dipendenze del signor Vasques (un uomo normale che simboleggia la banalità della vita), è incapace di vivere la quotidianità, contempla la sua vita con la sensibilità del poeta tragico. Non è un caso che soffra di insonnia. Nella piena consapevolezza di essere un polline che svolazza in balia del vento, non sono raccontati fatti e storie, soltanto riflessioni, emozioni e inquietudini. L'unico fatto è quello esistenziale dunque, un'esistenza dagli esiti conservatori e romantici. La realtà per lui è l'immaginazione, il sogno, e quindi è come se esistesse in un cimitero, un morto ambulante tra morti sepolti. Un'inquietudine, è inevitabile, che si traduce come tormento e tempesta. La solitudine (nel bene nel male), l'indifferenza, la noia, l'attesa, la stanchezza del pensiero e dell'intelligenza, l'inazione tratteggiano la complessità dell'animo di Soares e dell'uomo che trova il tempo per riflettere e collocarsi nello spazio e nel tempo.
Quattrocento frammenti poetici e simbolisti, uno zibaldone capolavoro della letteratura esistenziale.

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