Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

2 lug 2019

Mattatoio n. 5 - Kurt Vonnegut (Romanzo - 1969)

"Non fu prudente uscire dal rifugio fino a mezzogiorno dell'indomani. Quando gli americani e le loro guardie vennero fuori, il cielo era nero di fumo. Il sole era una capocchia di spillo. Dresda ormai era come la luna, nient'altro che minerali. I sassi scottavano. Nei dintorni erano tutti morti.
Così va la vita".


Con una penna semplice e veloce, il romanzo, che può essere definito allo stesso tempo storico, fantascientifico e pacifista, è un resoconto della condizione effimera dell'uomo durante la guerra, e non solo. In particolare il racconto ruota intorno al tema della prigionia del protagonista (e dell'autore) in Germania e al bombardamento di Dresda durante la seconda guerra mondiale. Ma, come si scriveva, il romanzo è anche di fantascienza, e quindi troviamo un protagonista, Billy Pilgrim, che, nel 1967, è stato rapito da alieni del pianeta Tralfamadore e rinchiuso in uno zoo. Billy, però, non ha solo questa particolarità, Billy viaggia nel tempo, anche se non può decidere il momento in cui andare e quando arrivare. Sono gli alieni che gli spiegano che ciò di cui è vittima è reale. 
Il suo primo viaggio nel tempo è avvenuto nel 1944, durante la seconda guerra mondiale, un attimo prima che dei soldati tedeschi lo catturassero. Sono incursioni temporali che improvvisamente spezzano la linea del racconto e proiettano il protagonista in dimensioni spaziali e temporali lontani, che spiegano, in fin dei conti, quanta assurdità sia insita nella vita. Un'insensatezza che rimanda inevitabilmente al tema della morte, onnipresente attorno a Billy, che gli danza sempre intorno, lo accarezza, ma mai lo porta via con sé. È come se fosse, la morte, una maestra di vita, un opposto che spiega il suo contrario. 
Dopo la cattura e un breve periodo di prigionia in un campo per soldati inglesi e americani, Billy è trasferito con i suoi compagni a Dresda. Qui sono rinchiusi in un mattatoio, il numero 5 appunto, e lì vivono le loro giornate da prigionieri. Non sanno che sarà la loro salvezza... Billy, nel frattempo vive i suoi viaggi nel tempo, nel futuro prevalentemente. Poi la distruzione: il bombardamento degli alleati che distruggono completamente la città e i suoi abitanti. I prigionieri nel mattatoio si salvano, anche se assisteranno al tremendo spettacolo della città devastata e dei cadaveri carbonizzati.
Il racconto non è lineare, è interrotto costantemente dai viaggi nel tempo, ma la lettura per questo non risulta sincopata, tutt'altro. Si leggono tanti racconti incastonati dentro un unico racconto. 
È  un'opera autobiografica, con un primo capitolo geniale che ne racconta la genesi; è, in ultima analisi, un manifesto contro l'assurdità dell'uomo che, colpevolmente, non riconosce gli altri come suoi simili.

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