Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

3 nov 2015

La menzogna del cinema - Giuseppe Tornatore (Saggio - 2011)

"Ma in tutta questa Babele di adulterazioni e imposture interpretative che il mondo impone e sempre di più imporrà al film, resta fortunatamente nascosto, magari frantumato nelle mille tessere di un mosaico che nessuno vorrà mai comporre, il sentimento dell'antica idea che aveva innescato in origine la genesi del film”. 

In questo breve scritto, introdotto gustosamente da Gianni Canova, è riportato il discorso che il grande regista siciliano ha tenuto allo IULM di Milano durante la consegna della laurea honoris causa in Televisione, cinema e new media nel 2009. Qui Tornatore spiega l'insuperabile, e finora proficua, difficoltà di definire l'essenza del cinema. La sua riflessione si concentra dunque sull'imprevedibilità della produzione artistica, sulla sua autonomia. Perché dopo che l'idea per il film si manifesta, una volta che questa idea è incubata e sviluppata nella testa del regista, una volta che prende forma nella scrittura (che non è fatta solo di parole letterarie), il film è perennemente riscritto. In tutte le sue fasi. Nemmeno quando è ormai opera del pubblico l'opera è definitivamente compiuta. Non è, infatti, un caso che il sottotitolo del saggio sia "Il film, una riscrittura senza fine".
Di Tornatore amo la bellezza e le emozioni che suscita nei suoi film, la capacità raffinatissima di fondere immagini, musica, narrazione tanto quanto intelligenza, sentimento, realtà e fantasia, e in questo scritto apprezzo anche la sua modestia e onestà intellettuale.

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