Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

25 nov 2015

I Guermantes - Marcel Proust (Romanzo - 1920/21)

"Come ai tempi lontani in cui i suoi genitori le avevano scelto uno sposo, ora i suoi lineamenti erano delicatamente segnati dalla purezza e dalla sottomissione, le guance illuminate da una casta speranza, d'un sogno di felicità, addirittura da un'innocente gaiezza che gli anni avevano a poco poco distrutto. La vita ritirandosi trascinava via le delusioni della vita. Un sorriso sembrava posato sulle labbra della nonna. La morte, come uno scultore del Medio Evo, l'aveva adagiata sul suo letto con l'aspetto di una ragazza".

Dal primo volume sappiamo che da Combray si dipanano due diversi sentieri, due pianeti misteriosi e ammalianti su cui il bambino protagonista fantastica: la parte di Méséglise e quella di Guermantes. Se il primo mondo è quello della borghesia e dell'infanzia, di Swann, Odette e Gilbert, il secondo è quello della maturità e della superficiale aristocrazia. Sovrana assoluta di questo universo è Madame de Guermantes, donna tanto sognata e immaginata dal giovane narratore che si materializza in tutta la sua leggerezza nelle due parti in cui è diviso il terzo capitolo della Recherche.
Il recupero nella memoria dei ricordi legati ai Guermantes si ha quando il giovane, con la sua famiglia, si trasferisce in un loro appartamento. Appena dopo, per la seconda volta, il giovane rivede la Berma al teatro e, senza però quel trasporto e quell'ansia della prima volta, riesce a cogliere il genio dell'attrice. Ma non è lei il centro della sua ammirazione quella sera; rimane folgorato dalla bellezza della principessa di Sassonia, amica di Madame de Guermantes; e, in qualche modo, se ne innamora. Dopo diversi tentativi per farsi notare, decide quindi di andare a trovare Saint-Loup, nipote di Madame de Guermantes, nella caserma dove presta il servizio militare. Qui, tra arte militare, manovre da organizzare e piacevoli conversazioni con ufficiali, si discuterà, ma solo per accenni, dell'affare Dreyfus, e anche e soprattutto il giovane cercherà un pretesto per vedere il suo nuovo oggetto d'amore e frequentare assiduamente casa Guermantes. Tornato a Parigi, descritto un mondo di incontri snob nel salotto di Madame de Villeparisis, passate alcune giornate con un Saint-Loup nervoso e geloso per Rachel (la sua donna da un passato e un presente non certi lindi), divenuto amico di Oriane (Madame di Guermantes), il protagonista si trova su uno sfondo di aristocratica superficialità dove si susseguiranno valzer di incontri altolocati.
Sebbene siano pagine lente, invero abbastanza noiose, pennellano una classe sociale dal profumo di antico e di curioso.
Dopo il lungo racconto di mille e asfissianti pettegolezzi, di incontri patetici e apparentemente insignificanti, le pagine però si colorano di nero, il nero dell'agonia e del lutto. Il giovane, di rientro a casa da un incontro da Madame de Guermantes, trova la nonna sofferente. Deciderà di portarla agli Champs-Élysées, ma è qui che avrà un attacco di cuore e da lì a poco morirà. È questo il momento in cui esplode la bravura di Proust nel descrivere il dolore per il lutto.
Chiuso il capitolo dedicato alla nonna, riappare fugacemente Albertine. Un'Albertine diversa da quella superficiale di Balbec, più posata, più istruita, più arguta. È inevitabile: il protagonista ci ricasca e ricomincia a sentire qualcosa per lei. Ma Albertine sparisce e il racconto ritorna agli incontri melliflui con l'aristocrazia parigina. Le pagine si tingono di fantasticherie e di sogni ad occhi aperti che il narratore immagina, deliziandoci con le sue intermittenze del cuore a rivedere luoghi e visi già conosciuti nei volumi precedenti.
Nel finale, tra principesse, duchesse e viscontesse monotone e fastidiose, spicca in quanto a stranezza del personaggio l'incontro tra il protagonista e il barone M. de Charlus. Da segnalare anche le ultime pagine con l'episodio delle scarpe rosse sotto un vestito nero di Oriane, quando, dopo l'annuncio della malattia di Swann e della sua imminente morte, i coniugi Guermantes mostrano tutta la loro superficialità e insensibilità.

Capitolo dell'aristocrazia e delle affettate quanto ipocrite discussioni tra insensibili personaggi, seguiamo il giovane protagonista nella sua crescita che si scioglie, attraverso l'impellente necessità di distrazione, nell'elaborazione del dolore verso la perdita di un amore e verso il dolore del lutto. 

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