Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

21 apr 2014

Il problema Spinoza - Irvin David Yalom (Romanzo - 2012)

"Ditemi tutti e due: la stagione dei miracoli è dunque finita? Il possente Dio onnipotente è andato a dormire? Dov'era quel Dio quando mio padre è stato bruciato sul rogo? E per quale ragione, per proteggere il libro sacro di quel Dio? Dio non era abbastanza potente per salvare mio padre, che lo venerava a tal punto? Se è così, chi ha bisogno di un Dio così debole? O forse Dio non sapeva che mio padre lo venerava? Se è così, chi ha bisogno di un Dio che conosce così poco? Oppure Dio era abbastanza potente per salvarlo, ma ha scelto di non farlo? Se è così, chi ha bisogno di un Dio così poco amorevole?".

In questo doppio romanzo i capitoli si alternano tra la storia di Bento Spinoza, il grandissimo filosofo olandese del XVII secolo, e Alfred Rosenberg, uno dei fondatori del partito nazista. Sembrano, apparentemente, due figure lontanissime tra loro, inavvicinabili. Eppure esiste un nesso che li lega. Risiede nel fatto che il tedesco saccheggiò la biblioteca del filosofo durante la seconda guerra mondiale e nel fatto che da giovane, per punirlo a seguito di un suo manifesto e violento antisemitismo, fu costretto a studiare a memoria passi dall’autobiografia di Goethe in cui si esalta la figura del filosofo ebreo. Da qui il problema per Rosenberg: come è stato possibile che un ebreo, figlio di una razza esecrabile, sia stato amato da uno dei padri spirituali della Germania? Ecco, quindi, il resoconto della crescita perversa del nazista, delle sue difficoltà a relazionarsi, della sua caparbietà nel sostenere, velleitariamente, la sua congenita superiorità.
Di Spinoza, invece, si racconta di come studiasse di nascosto Aristotele, Epicuro, di come si innamorasse della figlia del suo insegnante, di come sia stato scomunicato, di come si sia isolato e abbia scritto i suoi capolavori, di come abbia cercato una soluzione alla schiavitù delle passioni coltivando l’idea di rendere la ragione una passione talmente grande da annegare le altre. Ne emerge uno Spinoza coerente, ostinato, ma allo stesso tempo sereno e spavaldo; del resto aveva la ragione dalla sua parte. Un lavoro, quello dello psichiatra statunitense, che sottolinea bene la coerenza e la profondità morale del filosofo olandese.
Nonostante il numero di pagine, con uno stile asciutto, lineare, saturo di misurati e teatrali dialoghi, il romanzo scorre e si legge con facilità.

Un bel regalo, un pensiero molto gradito...

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