Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

7 giu 2013

L'arte di petare - Anonimo (Saggio - 1964)

"Abbiamo carta bianca nel nostro studiolo: ci teniamo su di morale con il concerto fragoroso del peto dittongo. Ci fornisce l'ispirazione nella composizione dell'ode, e la sua musica accompagna amabilmente la recitazione enfatica dei nostri versi".

Questo spassoso e leggero libro, "ovvero il manuale del subdolo artigliere" a cura del conte de la Trompette, Medico del Cavallo di Bronzo ad uso delle persone costipate, come recita il sottotitolo, scardina uno dei tabù più duri a morire, quello della scorreggia. Con un’analisi esigente del fenomeno, senza divieti, senza vergogne e con la giusta dose di ironia leggiamo di un invito a stare bene, perché, secondo l’autore, i peti sono utili alla salute. 
Questa fenomenologia del peto, è ovvio, è irriverente e divertentissima perché il peto è considerato osceno e quindi parlarne liberamente suscita ilarità.

Ma, al di là di tutto, l’elogio del peto si può leggere come un elogio della libertà.

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