Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

12 ott 2011

Racconti - Edgar Allan Poe (Antologia - 2003)


"A volte, ahimè, la coscienza dell'uomo si carica di un peso d'orrore tanto grave, da non riuscire a liberarsene che nella tomba. E così l'essenza di ogni colpa rimane segreta".

Sin da quella lontanissima notte d'estate in terrazza, quando per merito di alcuni amici e di un racconto di Poe (mai potrò dimenticare la diafana 'Morella' - non in questa raccolta) capì per la prima volta che anche un racconto fantastico poteva essere veicolo di conoscenza e insieme sussulto, sin da quella notte di luna crescente l'opera del più grande scrittore americano è stata mia compagna inseparabile. Lessi, anzi divorai tutti gli scritti dello scrittore di Boston e il ricordo di quelle letture è parte di me. Poi qualche sporadica e mai sistematica rilettura, come i tizzoni che si ammucchiano sul fuoco per rianimare le fiamme. Rileggere oggi, dopo molti anni, alcuni dei racconti che hanno compiuto in me una vera e propria rivoluzione copernicana mi colpisce con una densa fragranza d’autunno, mista ad alcune gocce di malinconia. 
Donne affascinanti perché sfiorate dalla morte, uomini terrorizzati e nevrotici, doppi perseguitati, dimore decadute e maniacalmente descritte, deduzioni ovvie ma di ingegno, enigmi risolti con arguzia, il respiro della morte, della follia, dell’amore. Poe, filosofo e sociologo oltre che immenso scrittore e poeta, è uomo sì della prima metà dell’Ottocento, ma che è riuscito a vedere oltre e spingersi fino a tracciare lo stato di abbandono dell’uomo contemporaneo. Si coglie nei suoi racconti un malessere che non è solo dell'uomo Poe, ma dell'Uomo in generale. E così non solo il genio dello scrittore si fa interprete di un mondo e di un'epoca, ma ne anticipa i volti futuri, trasfigurati da una consapevolezza che li rende ancora più definiti nella loro nevrosi. Il protagonista poeiano, infatti, è un uomo nevrotico, disadattato, disgraziato, ansioso, solitario, e soprattutto ossessionato (caratteristiche che denunciano il carattere dell'Autore?). E se le descrizioni sono morbose, l’ossessione con cui scruta il tempo e i luoghi in cui sono calati i suoi protagonisti ne definiscono meglio la visione scomposta della società, sfaccettata e complessa. L’ossessione è il sostantivo che meglio definirebbe i racconti di Poe. I racconti sono dell'ossessione, del tormento. E l’uomo contemporaneo non è tormentato, ossessionato dal tempo e dagli spazi che occupa?
Se volete assaporare il brivido della lettura, consiglio sempre di leggere i racconti di Poe. Se dovessi indicare due racconti perfetti: 'L'uomo della folla' e 'Il cuore rivelatore' su tutti.

P.S. Da ricordare la ricca e intelligente introduzione di Barbara Lanati.

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