Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

23 ott 2011

Il motto di spirito e la sua relazione con l'inconscio - Sigmund Freud (Saggio - 1905)


"Tutta una serie di motti di spirito osceni permette di concludere a una nascosta inclinazione dei loro autori all'esibizione. I motti di spirito con tendenza aggressiva riescono soprattutto bene a coloro nella cui sessualità si può dimostrare una forte componente sadica, più o meno inibita nella vita".

Quali sono i meccanismi che inducono al riso? Perché il motto di spirito, l’umorismo, la comicità sono specchi su cui si riflette il nostro bisogno di piacere? Imparentata con 'L'interpretazione dei sogni' (1900) e 'Psicopatologia della vita quotidiana' (1904), l’analisi freudiana segnala una salda relazione tra il motto di spirito, il sogno e quindi l'inconscio. Il motto di spirito, la battuta, il gioco di parole sono come i sogni: nascondono qualcosa, lo mettono in un angolo, magari girato con il viso verso il muro, ma non sempre riescono a zittirlo. L'inconscio, quest'essere mostruoso costretto alle catene in un rifugio cavernoso, riesce a urlare, a filtrare e imbastardire lo spirito della battuta. Così, per mezzo dello spostamento e della condensazione, i motti denunciano una insoddisfazione che solo il riso può liberare. Il desiderio è in eccesso rispetto all’appagamento e quando ridiamo è come se recuperassimo lo stato psichico dei bambini, e siamo felici, soddisfacendo le nostre pulsioni sessuali e aggressive.
Il libro, un po’ lento, particolarmente analitico, farcito di brillanti motti di spirito (esempi da cui iniziare l’analisi), è anche uno studio sul linguaggio, sul gioco possibile che parole condensate tra loro o semplicemente dislocate procurano una modificazione di senso, un difetto di ragionamento, e dunque il riso.
Trarre piacere è il fine della risata e con questo studio il padre della psicanalisi ne tesse le lodi.

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