Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

26 ago 2010

L'inconveniente di essere nati - Emile Michel Cioran (Aforismi - 1973)

"Non ho ucciso nessuno, ho fatto di più: ho ucciso il Possibile e, proprio come Macbeth, ciò di cui ho più bisogno è pregare, ma, proprio come lui, non posso dire 'Amen'"

Pensieri notturni, frutti d'insonnie e di incubi angoscianti, gli aforismi di Cioran, scrittore e filosofo profondo e pregevole, denunciano l'insensatezza dell'esistenza con il rigore maniacale dell'estremo pessimismo. L'avversione verso tutto, verso soprattutto l'inutilità, è l'ovvia repulsione verso la vita dell'uomo. L'uomo, infatti, è per il filosofo apolide l'emblema dell'inconcludenza estrema, del non senso. Ma anche Cioran stesso è uomo, e anche lui, in una confessione violenta e drammatica, è vittima dei suoi stessi strali.
L'esistenza, dunque, con tutte le sue sfumature, è al centro di questo capolavoro filosofico e letterario. Questo concetto, dietro cui s’identifica l'uomo e la sua natura, è vivisezionato con freddezza disincantata e terrificante. Ogni suo aspetto, dalla nascita alla morte, dalle passioni agli incontri con altre esistenze, è scomposto e destrutturato al fine di rendere la totalità, l'uomo, un niente nell'universo. Già il titolo annuncia la soluzione al malcontento sommo dell'autore. Accodandosi a una tradizione antica, l'antidoto alla miseria della vita sarebbe stato nel preferire al nascere il non nascere, al vivere il morire, alla consapevolezza l'ignoranza. Il pessimismo rivelato è talmente massimo che porta all'immobilismo, a una forma di pirronismo etico, oggi, inattuale e fuori moda. Un libro quindi contro il più potente dei sensi comuni, contro l'oppiaceo valore supremo della vita.
Dietro tutto ciò si avverte un forte richiamo nietzschiano all'insegnamento buddhista sulla vita come dolore, da contrapporre a quello cristiano di speranza e illusione.
Molti aforismi sono belli da leggere perché prendono spunto da momenti quotidiani e intimi del filosofo. Istanti che folgorano, intuizioni che s'impressionano nelle pietre. Alcuni invece, ma pochissimi, seppur nella loro tragicità, sono ironici e stordiscono per la loro esiguità.

Un libro stupendo, un libro fuori tempo che molti non possono leggere e apprezzare. Un libro per chi nella vita, in estrema sintesi, vede e scova solo insensatezza e vacuità.

2 commenti:

  1. "Non conosco nessuno più inutile e più inutilizzabile di me. È questo un dato che dovrei accettare in tutta semplicità, senza trarne la minima fierezza. Finché non sarà così, la coscienza della mia inutilità non mi servirà a niente." lo leggerò presto. :)

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