Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

24 ago 2010

Il fantasma dell'Opera - Gaston Leroux (Romanzo - 1911)

"Le pareti erano tutte parate di nero, ma al posto dei finimenti bianchi che di solito completano quel funebre ornamento, spiccavano su un enorme pentagramma le note ripetute del 'Dies Irae'. Al centro della camera c'era un baldacchino da cui ricadevano tendaggi di broccato rosso e, sotto il baldacchino, una bara aperta"

Il romanzo di Leroux sembra una rivisitazione in chiave moderna dell'antico mito di Orfeo. Sono numerosi i punti in comune tra il romanzo e il mito della catabasi di Orfeo negl'Inferi. Entrambi, Orfeo ed Erik, sono musicisti, entrambi innamorati, entrambi, alla fine, perdenti. E inoltre non si può non scrivere che in comune, tra l'altro, leggiamo della discesa verso un luogo sotterraneo. Si potrebbe riscrivere il titolo: 'Il fantasma dell'Opera, ovvero l'Orfeo moderno'; come nel 'Frankenstein' della Shelley la rilettura del mito di Prometeo.
La storia assume vivaci tratti polizieschi. Chi è il fantasma dell'Opera? Chi è l’artefice delle stranezze e dei delitti del teatro? Sembra questa domanda il motore del romanzo. E nella ricerca di una risposta, amore e terrore si mescolano fino a esplodere e a esaurirsi in una storia ricca di fascino, ma anche d’insipidezza emozionale e stilistica.
La lettura è appesantita dalla presenza di una caterva di personaggi secondari (almeno nella prima parte della storia) e di piccoli particolari legati al mondo dell'Opera, che se da una parte presentano il racconto minuzioso e nelle intenzioni dell'autore veritiero, dall'altra, forse, resta un po' eccessivo e dispendioso. Pregevoli invece le descrizioni claustrofobiche e goticheggianti dei luoghi del fantasma, del sotterraneo del teatro.
Importante, seppur non originalissima, l'idea della musica quale origine assoluta dell'incanto. Nel capolavoro di Leroux è la musica, infatti, che ammalia, che sconquassa e restituisce personaggi credibili e ormai classici. Christine Daaé, l'eroina, è in balia della seduzione della musica, della straordinaria potenza che esercita su di lei. La musica è potere. Chi ne sa dominare gli arcani è in grado di affascinare: è appunto in grado di dominare. E Christine è posseduta dalle suadenze della musica, ma non è lei che la domina, lei è la vittima, la prigioniera. Il burattinaio, l'ideatore di tutto, è il misterioso fantasma, angelo e mostro, che si rintana tra gli angoli bui e i palchi del teatro dell'Opera. Passioni, cecità, profondità; non vi sembra che in queste parole chiave si annidi una metafora?
Purtroppo è inevitabile che la conoscenza, seppur indiretta, di un classico come questo influenzi la lettura e la non-scoperta e sorpresa degli eventi narrati. Resta il fascino del classico, è vero, ma alcuni limiti della storia (uno su tutti la prolissità) di certo non lo pongono sullo stesso gradino di altri classici del genere.

Definibile come romanzo popolare, come romanzo grandguignolesco, per me resta nella sostanza un romanzo poliziesco ed è probabile che per questo non mi abbia conquistato.

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