Il "Manuale di autodifesa alimentare" di Bressanini, scritto tra l'altro con l'intenzione di contrastare quel senso di terrore diffuso spesso nel Web da stregoni vari, si muove in una nuova battaglia contro la disinformazione scientifica. Fra tali stregoni e terroristi dell'alimentazione spesso, purtroppo, troviamo medici o premi Nobel che si fanno portavoce di studi (o pseudo tali) che affermerebbero verità incontrovertibili. Nella scienza, però, scettica per definizione, non esiste il principio di autorità. E analizzando con metodo e attenzione tali studi si scopre che sono superficiali e falsi, se non addirittura falsati. Contro bufale, miti, pregiudizi, convinzioni e false credenze, il noto scienziato e divulgatore, cerca di consegnare al lettore alcuni strumenti utili per non cadervi vittima. Tra complessità della realtà e desiderio di risposte veloci non può esserci una relazione proficua. Ci vuole pazienza, una di quelle virtù che mancano al genere umano. Bisogna leggere, fare ricerca, saper fare ricerca, seguire un metodo articolato e non semplice come quello scientifico. L'impazienza, quindi, (ma anche la scarsa conoscenza scientifica, o un periodo di fragilità di fronte una malattia) diventa una forte motivazione psicologica che spinge molti a credere a tali miti.
Il ruolo del caso e della prevenzione nella formazione dei tumori, lo zucchero, il sale rosa dell'Himalaya, l'integrale, le clorofille, l'acqua del rubinetto, gli integratori sono tutti argomenti trattati con metodo (scientifico) e dovizia con lo scopo di smantellare tutte quelle insopportabili bufale che circolano in rete. Utile la scheda che alla fine di ogni capitolo elenca i principi trattati.
Ironico, con esempi anche esilaranti, lo stile è tipico del divulgatore e scienziato che conosciamo dai social. Se lo si segue in quei canali il libro non dice quasi nulla di nuovo, ma è un testo scritto, da consultare con attenzione e, allo stesso tempo, riassuntivo.
Insomma una gentile, ironica, lezione di scetticismo. Grazie!
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