Dopo l'affermazione muscolare dell'intollerante compelle intrare dei primi secoli della cristianità, con l'Umanesimo dialogante di Cusano, con il pluralismo di Pico della Mirandola e, soprattutto, a seguito della Riforma protestante l'idea della tolleranza diventa rivoluzionaria. Se, però, i riformati rivendicano di essere riconosciuti, allo stesso tempo, con la condanna a morte di Serveto da parte di Calvino, si macchiano di intolleranza e la soluzione del problema si fa politica. I riformati radicali, infatti, pretendono non solo di essere considerati liberi, ma anche che lo Stato e la chiesa siano separati. Si discute, quindi, dei valori della diversità e dell'errore e anche del sistema di rappresentanza. E mentre in Europa infuriano le sanguinosissime guerre di religione, il pensiero filosofico di Bodin si porta avanti nel riconoscimento che la verità unica in campo religioso è solo un mito e che la questione è soltanto di coscienza.
Nella storia della tolleranza e della sua lotta per affermarsi (ripercorsa per sottolineare come sia stata un segnale della crisi politica e sociale da cui si struttura e nasce l'epoca moderna), specialmente dal Seicento in poi, la tolleranza è rivendicata non solo come via di affermazione statuale, ma anche come sentiero che deve portare al riconoscimento dei diritti privati dell'individuo e del cittadino. Questione che diventa centrale nel pensiero del grande Bayle (unico ad ammettere gli atei nel tavolo della discussione), dell'antipapista Locke, dello scettico e antideista Hume e del non sempre coerente Voltaire.
Dalla Rivoluzione francese in poi, la riflessione si sposta sulla libertà religiosa e sul riconoscimento del pluralismo delle opinioni. E se in epoca moderna, dunque, il problema è teologico-politico, dal XIX secolo, con l'affermazione della società civile e delle rivendicazioni democratiche, non si discute più di tolleranza, ma di libertà e di diritti riconosciuti. Nel XX secolo, invece, con la crisi dello Stato costituzionale e della cittadinanza, la tolleranza e la libertà non sono più solo di natura religiosa, ma anche e soprattutto razziale e sessuale. Fino ad arrivare ad autori come Adorno e Marcuse che vedranno nella tolleranza uno strumento repressivo utilizzato dalla borghesia...
Nell'epoca della globalizzazione, conclude l'autrice, la teoria sulla tolleranza si incrocia con quella sulla giustizia. E nelle democrazie dove è in crisi la rappresentanza politica, dove il conflitto non è più religioso ma culturale, si avverte ancora una volta un bisogno di riconoscimento e di tolleranza.
Un manuale veloce, non difficile; per avere un'idea generale di un argomento che ancora oggi non ha esaurito la sua carica riflessiva.
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