Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

14 dic 2022

Fra i miei occhiali e i tuoi - Gesualdo Bufalino, Marcello Venturoli (Lettere - 1979/1996)

"Creda dunque che conservo i miei bravi cadaveri nel cassetto. Solo che - ma a questo punto il discorso rischierebbe di farsi patetico - ogni mio tafferuglio con la pagina scritta (come certi amori che il possesso estingue) è stato a termine e volutamente privato. Sarà stato un precoce contatto col pensiero della morte (in gioventù ho sofferto per due anni di un male, certo di morirne); sarà un abito di disincanto acquistato frequentando i cataloghi d'antiquariato librario, veridici camposanti di ambizioni e commozioni sbagliate; sarà l'avarizia un po' narcisa di conservarmi lettore unico, privilegiato, non contestabile, delle mie cose, oppure, più umilmente, la difficoltà di accesso alle segrete macchine editoriali... certo finora ho cercato meno ascoltatori che complici".


Il carteggio tra il grande scrittore siciliano e il critico d'arte e poeta romano, che possiamo leggere per la prima volta, ha un che di affascinante e curioso. Tutto inizia nel 1978, quando Bufalino pubblica, come curatore, l'antologia fotografica Comiso ieri e manda una copia al famoso critico Venturoli. Da questo semplice pretesto, e dall'intuito di Venturoli, nasce uno scambio epistolare di alto livello culturale, ma anche, e direi soprattutto, di amicizia e intima stima. Tanto che Bufalino manderà alcuni dei suoi dattiloscritti inediti e, quando ormai famoso, scriverà la prefazione di alcune poesie e revisionerà molte delle opere edite, ma anche inedite, del poeta romano. 

Bellissime le primissime lettere di Venturoli, intuitive, intelligenti nell'individuare nella prosa bufaliniana una profondità letteraria non comune. Oltre che amico sincero (toccanti le lettere in cui si racconta come amico), è un raffinato lettore dell'opera bufaliniana. Acuta e potente la sua lettura delle poesie, per esempio, o di Calende greche.

Di Bufalino sono pregevoli le confessioni sul suo essere diviso tra il benessere del silenzio e il "riessere" scrittore pubblicante, così come le analisi stilistiche che fa sul suo modo di scrivere e di intendere la letteratura. E più si trova invischiato nei meandri della fama e delle scadenze letterarie, più Bufalino rievoca nostalgicamente il tempo in cui era uno sconosciuto professore di provincia. Sorprende, ma non troppo, l'attenzione alla letteratura nazionale a lui contemporanea nei nomi di Manganelli, Calvino, Sanguineti. È interessante notare che nelle lettere si scoprono disseminate frasi, aforismi, pensieri che si troveranno nelle opere edite del comisano. 

È il racconto di un'amicizia vera, affettuosa, come quando Bufalino scrive della morte del padre e, commosso e fraterno, Venturoli risponde. Amicizia senza invidia anche, come quando Bufalino diventa famoso dopo la pubblicazione di Diceria e, invece, Venturoli fa fatica a pubblicare i suoi lavori poetici e narrativi.

Un'affascinante scoperta, da conservare nella memoria. 

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