Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

4 dic 2022

Finestra sul nulla - Emil Mihai Cioran (Aforismi - 1943/45)

"Le persone si stendono nella vita come su delle lenzuola, e quando camminano passano come ombre felici attraverso il loro sonno. Il tempo non ha ancora aperto loro gli occhi, i loro piedi non toccano spine. Ma quando il veleno ti ha corroso le palpebre affinché il mondo possa ferirti gli occhi, quando ogni cosa ti sfugge da sotto i piedi come se la nascita ti avesse precipitato nel vuoto, la cui unica legge è la tua afflizione, siediti dunque dove vuoi: ogni posto è una tomba senza fondo, ogni istante una vertigine di caduta. Perché tenerti ancora aggrappato in questo vasto crollo, nell'orrido dello sprofondamento, e dove trovare un oggetto per il tuo sconforto? Scivoli senza scampo nel deserto generale, infinitamente triste di non trovare foss'anche una parola per la tua tristezza. La vita è una fontana avvelenata dalle tue stesse labbra".


Ritrovati nella biblioteca Doucet, questa raccolta di frammenti è l'ultimo scritto in rumeno di Cioran. Il fallimento politico, morale, religioso, esistenziale che il giovane esiliato a Parigi sente fin dentro le ossa è vicino all'inutilità e alla rabbia. Stravolgendo secoli di pensiero occidentale, accodandosi ai più freschi e ai più putrescenti filosofi tragici, Cioran anche qui dimostra la sua straordinaria bravura nel riconoscere, e nel riconoscersi, figlio del vuoto, del Nulla. Vivisezionandosi, trova la verità non tanto nell'essere, quanto nel suo opposto, ovvero il Nulla, in quella dimensione silenziosa che domina il prima e il dopo la vita stessa. 

Solitario, cinico, scettico, disilluso, tragico, misantropo, vagabondo, in queste pagine inizia un nuovo sentiero, quello del distacco, quello che gli permetterebbe di raggiungere e di affacciarsi da quella finestra che dà sul Nulla. Afflitto dalla contraddizione, il filosofo si sente intossicato dagli altri, dall'essere, dall'esistenza; la lacrima (e la musica) rimane l'unico strumento di sopravvivenza. Un uomo che si scruta dentro e trova solo disperazione e putrefazione, dove solo le macerie dominano e l'angoscia e i dubbi si dissolvono nel momento in cui si realizza che l'unica certezza è il Nulla. Solo la musica, come si accennava, in questa vita di miseria e afflizione per alcuni brevissimi istanti è in grado di sospendere l'uomo dai dolori e dai desideri dell'esistenza. Eppure, come è evidente, anche la musica è effimera, è destinata al nulla. Ogni cosa inevitabilmente è destinata alla rovina. 

I grandi temi (l'insonnia, il tempo, lo scetticismo, la mistica, il rapporto conflittuale con il divino, la morte, la malattia, la musica, la nobiltà del fallimento, la difficoltà della parola) sono descritti in forma meno suadente e distruttiva del Cioran maturo. Se stilisticamente non sempre incisivo, come nei suoi capolavori, ciò non vuol dire che la penna del rumeno non sia carica di testate nucleari pronte a distruggere ogni forma di certezza.

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