Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

8 dic 2021

Fiore di roccia - Ilaria Tuti (Romanzo - 2020)

"Strofino abiti di morti. Chi ce li ha dati non aveva ferite tali da far sgorgare tutto questo rosso sulla valle. Ancora una volta, nulla può andare sprecato e allora il sangue tinge la trama più profonda, penetra nei recessi come un'epidemia, con quella particolare sfumatura di rosa che non ricorda un'alba o petali di fiore, ma le viscere di un corpo abbandonato sul campo di battaglia: la speranza divelta".


1915, Friuli, Alpi Carniche sul fronte del Pal Piccolo. Alcune ragazze, ogni notte, con indosso gli scarpetz ai piedi, salgono silenziose al fronte per portare armi, cibo, medicinali, biancheria ai soldati italiani in trincea. E quando tornano capita che portino con loro anche le barelle con i corpi dei morti. Sono forti quelle donne, resistono alla fatica, al dolore, al freddo e alla sensazione di morte che le accompagna. Sono dei soldati, insomma. La protagonista, Agata Primus, racconta la sua storia e non può non condividerla con quella delle sue compagne. Sono donne e ragazze come i fiori di roccia, le delicate seppur forti e resistenti stelle alpine, e allo stesso tempo sono piene di speranze e di sogni. Accettano il sacrificio, accettano di affrontare il pericolo, accettano l'idea dell'oblio...

Nel romanzo spiccano l'amicizia tra Agata e il comandante Colman (tra le pieghe del racconto c'è la premessa a una storia d'amore, un amore timido però, mai esploso), il ferimento di un giovane cecchino austriaco da parte della ragazza e le pericolose cure clandestine, la morte eroica dello stesso comandante. È una storia senza un vero e proprio climax, tutto sembra sospeso, lineare, quasi rassegnato. Il romanzo però ha il merito straordinario di ricordare le portatrici Carniche, la loro storia passata in secondo piano se non addirittura sconosciuta.

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