Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

9 gen 2014

Classifica: i più belli e i più deludenti del 2013

Un altro anno se n’è andato, e come quando finisce qualcosa ci si volta indietro e si tiranno le somme, si cercano ragioni, sentimenti e si tende a organizzare i ricordi. Per molti versi è stato un annus horribilis quello appena passato, un anno dal sapore amaro, ma sono stati anche dodici mesi di libri, pochi in verità, e non sono mancate le chicche, le scoperte intriganti…
Come scrivevo, pochi libri letti quest’anno, soltanto 48; il tempo è stato tiranno, si scrive così quando si cerca una giustificazione. Ecco, come solito ormai, i cinque titoli più esaltanti dei dodici mesi appena trascorsi.

1. La confessione
2. Tonio Kröger
3. Nei mari estremi
4. Lettera di una sconosciuta
5. Il maestro di Vigevano

Dovrei inserire nella cinquina dei più apprezzati, ex equo, i soliti Nietzsche, Bukowski, Schopenhauer, Saramago; mi accontento di citarli qui. E non posso non provare riconoscenza verso Louÿs, Viganò, Frisch, capaci di regalarmi momenti preziosi.
È il turno, adesso, dei meno piaciuti. Seppur pochi, i libri del 2013 sono stati quasi tutti gustosi, per palati capaci di apprezzare i sapori forti. E non riesco a trovare titoli deludenti, inappaganti. Menziono solo Moby Dick quale capolavoro verso cui mi aspettavo molto di più e Il codice dell'anima, un testo assurdo quanto però leggibile e quindi pericoloso.
Insomma un anno povero di letture, ma di un certo spessore.

2 commenti:

  1. Ostrega non ti è piaciuto il Moby Dick! è tra i miei top, ma posso capirti

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    1. Moby Dick è un classico e non si discute. Solo mi aspettavo di più...

      http://salvokalat.blogspot.it/2013/07/moby-dick-herman-melville-romanzo-1851.html

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