"Il suo corpo flessuoso era espressivo da capo a piedi. Pareva che, anche velandone il volto, si sarebbe potuto indovinare il suo pensiero, pareva ch'ella sorridesse con le gambe, così come parlasse con il busto. Solo le donne che i lunghi inverni del Nord non fanno prigioniere accanto al fuoco possiedono questa grazia e questa libertà".
Conchita, la bellissima protagonista spagnola di questa storia, coltiva per diletto frutti amari: le sofferenze negli uomini. È una sadica dell'animo, è la tipica donna fatale che strazia i cuori degli uomini con promesse e rinvii. È una strega avida, mai sazia delle sue vittime.
André, un parigino in vacanza a Siviglia, durante una festa di carnevale si imbatte in una bellissima ragazza. Rimane folgorato dal suo splendore e vuole a tutti i costi conoscerla. Dopo averla inutilmente rincorsa, André riceve un bigliettino, un invito da parte di Concha. Ma l'incontro con Mateo, un amico spagnolo, lo spinge a non andare, a sentire dalla bocca dell'amico la storia di questa donna-strega-vampiro, del pericolo in cui potrebbe imbattersi. Ed è qui che inizia il romanzo vero e proprio.
Si racconta del primo fugace incontro tra Concha e Mateo su un treno in una gelida notte di luna; il successivo ritrovo estivo e la confessione di Concha, nella malizia della scena, di essere vergine; l'innamoramento di Mateo; la fuga di Concha. Poi, in una notte di luna, Mateo riconosce il suo desiderio d'amore tra le inferriate di una finestra, e allora le nuove promesse mai mantenute, i nuovi rifiuti, fino alle crisi drammatiche, alle lotte furenti, fisiche anche, fino a quando Concha si concede mentre Mateo, lentamente si accorge di essere divenuto uno schiavo, un burattino, che non riesce a vivere senza di lei. Poi l’ennesimo abbandono, quello definitivo, assoluto. Così, finito il racconto di Mateo ad André, dopo che l’ha convinto a non diventare un’altra vittima di Concha, si scopre che lo spagnolo si prostra ancora una volta alla bellezza mefistofelica di Concha e le corre dietro...
Con uno straordinario modo di raccontare, di coinvolgere il lettore, sembra di calarsi in un'atmosfera magica, nell’incantesimo di un carnevale a Siviglia, di vedere la bellezza straordinaria di Conchita, di vederla mentre balla semi nuda davanti ai suoi pretendenti, di vedere come Mateo lentamente si annulla...
È, per concludere, un romanzo sulla donna fatale, ma è anche un romanzo sul carattere della Spagna, fiero, agguerrito, brillante, sincero, vitale. È un gioco di seduzione e respingimenti, l’esaltazione crudele dell’onnipotenza della bellezza femminile. E l'uomo dinanzi a una simile incarnazione? Rimane stregato, si lascia prosciugare, fulminare, si inebetisce, diventa un semplice burattino in balia di una strega assetata di sangue.
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