"Nella concezione orientale, quindi, come in quella della fisica moderna, ogni cosa dell'universo è connessa a ogni altra cosa e nessuna sua parte è fondamentale. Le proprietà di una parte qualsiasi non sono determinate da qualche legge fondamentale, ma dalle proprietà di tutte le altre parti".
La tesi essenziale del libro è che la fisica dei quanti e la fisica della relatività siano sostanzialmente legate alle filosofie buddhiste, induiste e taoiste, in un incontro olistico tra cultura orientale e occidentale. Se, infatti, le prime stanno descrivendo una realtà indeterminata, in cui ogni particella, ogni elemento, ogni pacchetto quantico è solo una parte che per essere descritta ha bisogno di tutto il resto, le seconde descrivono l’universo come un unico grande organismo in cui ogni cosa, uomo compreso, è parte del tutto. Siamo di fronte al vecchio confronto tra una visione meccanicistica (ormai abbandonata da quasi un secolo in verità) contro una visione organicistica (che non è solo idea antica e orientale). E, ovviamente, Capra depone a favore di quest'ultima. Una tesi dunque che prevede la sintesi di un dualismo ben preciso, mistico e scientifico, che però, forse, è già in origine un monismo... La fisica, che non può essere occidentale o orientale, e che è unica, deve fare a meno di concetti astratti e indefiniti. Eppure termini come misticismo, cuore, coscienza, meditazione, spirito, materia, religione, usati abbondantemente dal fisico americano, non hanno una definizione filosofica univoca e soprattutto distinta. Grazie alla fisica moderna, alle sue rivoluzionarie scoperte, il mondo sta cambiando, la vita sta cambiando, il linguaggio sta cambiando. Il bisogno di misticismo, di religiosità che deve per forza impregnare ogni scoperta è solo condizionato dai tempi e dalle mode. Resta comunque il fatto che tra la nuova visione della fisica moderna e le filosofie religiose orientali esisterebbe qualche elemento di contatto.
È curioso notare, però, come la fisica classica e quella moderna si siano sviluppate nel seno della filosofia occidentale (rallentata, la fisica, solo nelle epoche in cui santi e mistici avevano il dominio intellettuale…), mentre ciò non è avvenuto tra i veli della filosofia mistica orientale.
Libro di opportunità che dà il pretesto, riflettendo e insistendo molto sulla difficoltà del linguaggio quotidiano a esprimere la realtà, per trattare di filosofia, di scienza, di religione. Le osservazioni di Capra, le descrizioni di storia della scienza, della fisica classica e moderna, della storia della filosofia occidentale e orientale, infatti, anche se non sempre sono condivisibili, sono di stimolo e aiutano a generalizzare concetti e argomenti di certo non facili e banali. Un saggio in cui la fisica diventa poesia, scritto con uno stile semplice e quindi non difficile da seguire, anche se, via via che i capitoli scorrono, gli argomenti divengono sempre più complessi e difficili da afferrare.
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