"Un conto è se alla fine non mi suicido, perché è riemersa nella mia mente l'idea che la vita è dono di Dio e io non ne sono padrone, altro è se un potere invasivo della privacy ha inviato in casa 'mia' dei poliziotti che mi impediscono di farla finita (come se la 'mia' vita appartenesse a uno Stato che ha su ciascuno dei suoi 'figli' patria podestà di vita e di morte)".
E se Dio non esistesse? Se fosse solo una favola? Una meschina bugia? Come potremmo allora vivere senza sottometterci al divino, senza sopportazione e reverenza? Dovremmo, mi pare ovvio, vivere e lottare da soli, pensando a noi stessi come dio. Sperimentare la libertà, dunque, per il piacere della scienza e dell'arte, gustare – come nel sottotitolo – il "buon senso dell'ateismo". Ne avremmo dei vantaggi? Di certo saremmo liberi nel vero senso del termine, senza vincoli, senza catene; uomini. Allora, anche se Dio esistesse, sarebbe meglio vivere la nostra vita in una prospettiva atea, come se non fosse lì, nell'alto del suo regno a spiarci e a comandarci con la sua gelosia e il suo amore.
Il male che può essere inflitto dagli estremismi, lo sappiamo, è superiore a qualunque atrocità immaginata. Questo diventa un libro, con una vasta bibliografia finale per essere un saggio divulgativo, che non solo si rifà alla storia per commentare le barbarie commesse in nome di Dio, ma che utilizza fonti e scandali ancora attuali, come la pedofilia, gli insabbiamenti e le contraddizioni delle encicliche propinate dagli ultimi papi (si sarà capito che gli strali sono per la maggiore contro il cattolicesimo) per mostrare quanto male si possa compiere partendo da un’idea che di chiaro non ha nulla. Il filosofo Giorello si propone di suggerire consigli, di dibattere e di mostrare e dimostrare le contraddizioni degli estremismi e, senza apparire irriverente, la maleodorante retorica della tolleranza (che tra l'altro i filosofi conoscono meglio perché è idea che è stata sviluppata da loro contro i massacri intolleranti della religione...). È un libro - ricolmo di continue citazioni che un po’ possono stancare - contro il fanatismo, sia esso religioso sia esso ateo; è un saggio contro l'autorità, la riverenza, la sottomissione, la rassegnazione; è un saggio a favore della libertà, della tolleranza, della razionalità, della scienza che nel rapporto con la fede ne esce vittoriosa. Su quest’ultimo rapporto, in particolare, se le religioni guardano a un insieme di libri snaturati e appassiti, i quali rivendicano verità assolute che poi non sanno giustificare se non con sofismi e fanatismo, la scienza guarda alle verità probabili, all’onestà del dubbio quali antidoti contro la sottomissione e la rassegnazione.
Insomma e se anche Dio esistesse, il metodo dell'ateo, il metodo del dubbio, è di gran lunga preferibile.
Nessun commento:
Posta un commento