Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

21 mar 2013

La gaia scienza e Idilli di Messina – Friedrich Nietzsche (Pensieri – 1882)


"Dopo che Buddha fu morto, si continuò per secoli ad additare la sua ombra in una caverna - un'immensa orribile ombra. Dio è morto: ma stando alla natura degli uomini, ci saranno forse ancora per millenni caverne nelle quali si additerà la sua ombra. - E noi - noi dobbiamo vincere anche la sua ombra!"

Gli idilli dedicati alla città di Messina, che introducono il libro che annuncia Zarathustra, sono canti alla libertà, canti della vittoria dopo la notte; poca cosa direi…
“La gaia scienza”, invece, è un labirinto del genio, un libro non fanatico, ottimista, libero, gaio appunto. Qui l’inno è alla verità, alla felicità di fronte alla dimenticanza. Nietzsche sa che la verità è infernale, dunque per vivere sereni dobbiamo dimenticarla e solo così potremo guarire dal dolore che affligge l’uomo. Da notare però un passaggio: soltanto dopo aver colto la verità, l’inferno, il dolore, si potrà avere diritto alla convalescenza e si potrà sperare in una nuova vita.
Un libro scettico di fronte alla possibilità di intendere il fine, lo scopo dell’esistenza; contro l’utilitarismo, il socialismo, l’uguaglianza, la certezza illuministica; sull’arte, sull’apparenza, sulla donna, sugli antichi greci, su Dio e la sua celebre morte, sulla ricerca di sé, sull’amor fati, sull'eterno ritorno, sul nichilismo; in sostanza un compendio della filosofia nietzschiana. È un fiume in piena, una morale rivoluzionaria (altro che Kant) che nasce dal profondo, dalla psicologia, che con le sue acque devasta il passato e dai suoi resti lascia intravedere nuove strade, nuovi sentieri da percorrere fino all’infinito e poi scoprire che si ritorna nello stesso punto di partenza.
In un libro non facile, i pensieri nietzschiani hanno solcato un’anima immensa, un abisso. Sembra quasi un’appendice a Montaigne. Nietzsche si è fissato davanti a uno specchio, per ore, per giorni, per anni, per secoli e, squartandosi, ha scovato un’essenza vuota, menzogne su cui l’uomo ha edificato chiese, società, civiltà, la storia tutta. E, senza perdesi d’animo, ha visto oltre il presente, oscillando tra l’inferno del mondo e il paradiso della speranza, e per questo si è reso postumo.
Un libro superbo, che odora di sentimento…

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