Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

26 lug 2012

Le donne al parlamento - Aristofane (Teatro - 392 a. C.)


"BLEPIRO: mettiamo che uno si prenda una cotta per una ragazza e voglia scoparsela; per farle un regalo dovrà attingere al patrimonio di tutti, ed ecco il suo comunismo!
PRASSAGORA: Potrà andarci a letto gratis: anche le donne verranno messe in comune: staranno con chi le vuole e faranno figli con chi le vuole.
BLEPIRO: Ma allora succederà che tutti andranno dalla più bella e vorranno farsela.
PRASSAGORA: Accanto alle belle staranno le brutte e rincagnate; chi vuole la bella dovrà prima farsi la brutta.
BLEPIRO: Già: ma noi vecchi, se facciamo l'amore con le brutte, l'uccello non ci pianterà in asso prima di arrivare al punto che tu dici?"

Nel pieno di una notte, un gruppo di donne capeggiate da una pepata Prossagora, giovani e anziane, travestite goffamente da uomini, prepara il discorso da esporre il giorno dopo nell'Assemblea popolare della città. Qui, con l'inganno e la retorica, ottengono la maggioranza e deliberano una nuova costituzione: tutti sono uguali e tutti i beni, comprese le donne e i rapporti sessuali, devono essere in comune. È la scimmiottatura di un comunismo ante litteram, la caricatura, divertente e al contempo tragica, delle idee sulla Repubblica di Platone. È anche la commedia del contrasto tra l'intelligenza delle donne e l'ottusità degli uomini, con lo scopo di rivelare satiricamente la confusione dei movimenti di pensiero politico di quel periodo.
Il sesso è elemento di potere, anziché di piacere, e quest'idea si insinua brutalmente sin dalle prime pagine dell’Ecclesiazuse. Le donne, vecchie e giovani, si troveranno ingarbugliate nei loro comuni desideri sessuali, mostrando l'assurdità del comunismo primitivo, mentre gli uomini saranno inghiottiti dall'ingordigia delle donne. E così la descrizione di un’utopia presto diventa un incubo di assurdità e confusione. 
È una spassosa opera razionale, carica di allusioni sessuali e doppi sensi; è una commedia amara. Si ride e si pensa contemporaneamente, ma alla fine, di fronte all’inconcepibile, ogni cosa ritorna allo status quo. Se gli uomini sono presi in giro per la loro inettitudine, nemmeno le donne, una volta data loro la possibilità di riscattarsi, se la passano bene. 
Un'opera sugli eccessi, dunque, sulla loro pericolosità.

2 commenti:

  1. Mi sono imbattuta nel tuo blog mentre facevo una ricerca. Ho molto apprezzato la presentazione del tuo spazio e la riflessione su "Le donne al Parlamento".
    Toner�.

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  2. Grazie per la visita e per il pensiero!

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