Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

6 lug 2012

Il ballo - Irène Némirovsky (Racconto - 1930)


"Quattordici anni, i seni che premono sotto l'abito stretto da scolara, che feriscono e impacciano il corpo debole, infantile... I piedi grandi e quelle lunghe bacchette con all'estremità due mani arrossate, dalle dita sporche d'inchiostro, che magari un giorno diventeranno le più belle braccia del mondo... Una nuca fragile, capelli corti, incolori, secchi e leggeri..."

In questo incalzante e raffinatissimo racconto lungo, Antoinette, una quattordicenne che sin dalle prime pagine si presenta insofferente, si sente soffocata dalla presenza dei genitori. E, nonostante la giovane età, ricorda con ardore i severi rimproveri, seppur lontani nel tempo, impartiti dai genitori alla presenza di altri. Cresce quindi nella giovane, piano piano, ma caricandosi sempre più ferocemente, un sentimento di fastidio, di irrequietezza, che quasi sfocia nell'odio. Antoinette è sognatrice, dall'intelligenza affilata; i genitori invece, diventati ricchi improvvisamente, preoccupati di apparire opulenti più che ricchi di esperienza e di fatica, non riescono a cogliere la sensibilità e i desideri della figlia adolescente. La madre sopratutto, la vera antagonista.
Ecco quindi i temi principali di questo bellissimo racconto: lo scontro tra madre e figlia, tra la spavalderia dell’adolescenza e l’ottusità della maturità, l’ipocrisia sociale, la vendetta...
Si deve organizzare un ballo, uno di quelli dove si fa sfoggio delle proprie ricchezze e del proprio potere e si ha la sensazione di essere finalmente accettati in un mondo che prima si agognava e si vedeva lontano. Antoinette è coinvolta: deve scrivere i biglietti di invito; è coinvolta soprattutto nei suoi sogni di principessa… Eppure i suoi sono solo sogni. I genitori le proibiscono di partecipare al ballo. Eccola dunque la vendetta, terribile perché senza i limiti della ragione; terribile perché partorita da una mente in preda alla passione. La vendetta è voluta, bramata, malgrado ciò non è architettata, premeditata nei dettagli. Si presenta un'occasione, non calcolata, e Antoinette, ritrovate per caso tra le mani gli inviti da imbucare, senza pensarci due volte li accartoccia e li getta nella Senna. Dopo estenuanti preparativi, dopo una lunga e corrosiva attesa, quando ogni cosa è lucentemente pronta, gli invitati non arriveranno al ballo. 
La vendetta è compiuta, i genitori e la madre su tutti sono disperati, impotenti di mostrare il loro vano potere…
In verità non è tanto la vendetta in sé a essere tremenda, quanto quell’agghiacciante abbraccio finale alla madre, privo di un qualsiasi briciolo di rimorso, di una quattordicenne ormai con un piede sul sentiero della maturità.

Nessun commento:

Posta un commento

Archivio blog