Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

27 nov 2011

Stanley Kubrick Shining - Giorgio Cremonini (Saggio - 1999)


"L'ironia è un modo per deridere l'uomo, la presunzione e l'insufficienza dei suoi sogni e ordini sociali, ma anche per negare la verità e affermare di conseguenza il mistero, in tutte le sue forme: prima fra le quali quella che avvolge l'uomo, nel tentativo di mascherare la sua inadeguatezza, ovvero l'inadeguatezza del mondo che si è costruito attorno e dentro e che fa acqua - o sangue - da tutte le parti".

Dedicato interamente a uno dei capolavori dell'opera kubrickiana, e a uno dei capolavori del cinema horror, questo è un saggio attento e semplice - nell'accezione migliore del termine -; un libro, è ovvio, per chi ha almeno un'idea della filmografia del regista statunitense. 
Nell'analizzare il film del 1980 (anche descrivendo dettagliatamente singole sequenze), l'autore intende mostrare quanto in fondo sia il tema della contraddizione dell'uomo - sia essa del singolo uomo, come nel caso di Jack Torrance, sia essa collettiva, come nel caso, ad esempio, de 'Il dottor Stranamore' o di 'Full Metal Jacket' - la linea di sostegno dell'intero cinema di Kubrick. È un conflitto, quello umano, che nasce dal contrasto tra i limiti della ragione e l'infinita stupidità umana. Contraddizione che può avere uno sbocco: la follia. Il film, infatti, altro non è che un viaggio, una discesa verso gli intrecci oscuri della labirintica mente umana. 'Shinig', dunque, come labirinto della psiche (non a caso il labirinto, sia esso l'hotel sia il dedalo innevato, è uno dei protagonisti del film). Così la dimensione orrorifica di quest’odissea si fa interiore, intima. La follia, l'assenza di una spiegazione logica che si rivela negli sguardi di Jack o nella fotografia degli anni ’20 che chiude il film, infatti, definisce il lungometraggio come un’eccellente opera d’arte sull'inconscio, sul dubbio e sulle sterminate possibilità dell'opera aperta.

Su un regista che non lascia nulla al caso, il libro si sofferma molto non solo sugli aspetti tecnici della pellicola, ma anche sulla sua portata filosofica, sociologica, oltre che psicologica. Un film sfuggente, fantastico, spiazzante: tutti i requisiti per ottenere un cinema capolavoro.

Nessun commento:

Posta un commento

Archivio blog