Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

10 nov 2011

Antigone - Sofocle (Tragedia - 442 a. C.)


"Sapevo bene - cosa credi? - che la morte mi attende, anche senza i tuoi editti. Ma se devo morire prima del tempo, io lo dichiaro un guadagno: chi, come me, vive immerso in tanti dolori, non ricava forse un guadagno a morire?"

Antigone, figlia incestuosa di Edipo e Giocasta, per pietà reca degna sepoltura al fratello Polinice, accusato di tradimento, andando contro il divieto di Creonte, fratello di Giocasta e nuovo re di Tebe. La decisione dell’arrogante e orgoglioso re è tremenda: Antigone deve essere sepolta viva. Ma dopo le tremende profezie dell’indovino Tiresia, Creonte decide di fare un passo indietro. È troppo tardi però, Creonte trova la ragazza impiccata nella grotta in cui era stata murata. Soverchiato dal dolore e dall'odio verso il padre Emone, figlio di Creonte e amante di Antigone - vittima della passione ma anche del buon senso (bellissimo lo scontro dialettico con il padre) -, si toglie la vita. E alla notizia della morte del figlio, Euridice, sposa di Creonte e madre di Emone, si uccide.
Siamo di fronte alla tragedia della scelta e della necessità, della legge divina contro la legge dell'uomo. Il destino è dettato dalla colpa dei padri (se di colpa, oggi, si può parlare) e non vi è via di fuga possibile se non nella scelta tra il vivere nella colpa e nel dolore, o nella morte. Una storia triste dunque, non tanto perché c'è odore di morte, di assassinio e suicidio, quanto perché questo puzzo nauseabondo è sprigionato da false e meschine credenze. Nella tragedia di Sofocle scorgo un esempio di come la superstizione possa essere nefasta.

Sebbene oggi, parole come fato, destino, colpa, non abbiano lo stesso significato di allora, la storia di Antigone mostra tutta la sua modernità e universalità. Lo scontro tra ciò che si ritiene giusto e ciò che non lo è, tra la natura e la convenzione, tra la passione e la ragione, tra la ragione e la follia, tra il dolore e la morte, insomma tra gli ossimori della vita, resta attualissimo. E non mi sorprende che la forza di questa tragedia sia ancora prepotente.

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