Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

24 nov 2010

Tutt'e tre - Luigi Pirandello (Racconti - 1924)

"Eh via, no: fino a questo punto, no, povero Carluccio mio! Sei stato proprio sciocchino. L'ombra, vedi, l'ombra si può calpestare: zio Florestano e la mammina tua la calpesteranno un giorno l'ombra di tuo papà sicuri di non fargli male, poiché, in vita, si saranno guardati bene dal pestargli anche un piede"

Quasi tutti i racconti narrano di tradimenti, di condivisioni, di comunanze affettive o materiali, che però hanno un che di sereno. Soltanto l'offesa della separazione può tramutarsi in vendetta, in oltraggio. Persino nelle scappatelle, negli amori poligami, alla fine, si può trovare del bene. E non è un caso che in queste storie, nel confronto tra i più agiati e gli umili, non sempre siano i primi a vincere sugli altri.
Abbiamo ancora Verga, almeno per lo stile e le atmosfere paesane e sociali, sullo sfondo. Il tema della 'roba' - tra gli altri - però si dilata e in questo processo evolutivo c'è posto per la solidarietà; come nel racconto che dà il titolo alla raccolta, 'Tutt'e tre', nel quale una madre, una sposa e un'amante, insieme, piangono il loro uomo. Non assistiamo più a un attaccamento alla materialità, ossessivo e snaturato, c’è piuttosto un sentito solidale, un sentimento di partecipazione, verso le cose e non, che nello scrittore di “Mastro don Gesualdo” non troviamo. Quindi se Verga è sull’orizzonte, lì rimane e il suo superamento è apprezzabile senza sforzo.
Una marsina stretta, due uomini che s’insultano, un prete che maledice un uomo fedifrago, una donna gigante che sposa un nano, un uomo che nel sonno ride omericamente, nel loro umorismo c'è tutta la potenza dello scrittore siciliano. Nascondersi dietro una risata appare all’autore il miglior modo per rappresentare la contraddizione, la durezza e il dramma dell'esistenza. È un gioco a nascondere, perché anche la verità si beffa di noi: si cela, a sua volta, dietro i paraventi di una situazione particolare, oppure dietro la riflessione ingenua di un bambino…
Racconti che dimostrano, rispetto ai precedenti, una maturità piena, un equilibrio quasi perfetto.

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