Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

4 giu 2022

Perché fidarsi della scienza? - Naomi Oreskes (Saggio - 2019)

"Molti rifiutano la climatologia, per esempio, non tanto perché vi sia qualcosa di sbagliato di per sé, ma perché è in conflitto - o così la percepiscono - con i loro valori, le loro convinzioni religiose, l'ideologia politica e/o gli interessi economici. Sono molte le ragioni per cui la gente può rifiutare una scoperta scientifica o mostrarsi critica nei suoi confronti, ma in genere hanno a che fare con l'impressione che tali scoperte contraddicano i valori in cui si crede o minaccino il proprio modo di vivere".


Partendo da una veloce ma puntuale storia della filosofia della scienza degli ultimi duecento anni (dal positivista Comte ai neoempiristi verificazionisti, dal falsificazionista Popper al collettivo di pensiero di Fleck, dalla sotto determinazione di Duhem all'olismo di Quine, dal paradigmatico Kuhn all'anarchico Feyrabend, dalle femministe Harding e Longino), l'autrice, famosa storica della scienza, rimarca il carattere sociale della conoscenza scientifica che dà origine alla superiore affidabilità delle tesi scientifiche. 

A causa degli errori clamorosi di alcuni individui, dei diversi metodi proposti dalla scienza, delle tesi più assurde (come l'energia limitata di Clark del 1873 secondo cui l'istruzione superiore femminile avrebbe nuociuto alla fertilità delle donne, oppure all'eugenetica prima statunitense e poi nazista, oppure ancora alle tesi antiscientifiche sui vaccini, sui cambiamenti climatici, sulla salute), la scienza è attaccata e screditata, eppure di fronte alle aberrazioni dei singoli scienziati la comunità scientifica si è sempre battuta. La fiducia, quindi, non deve andare ai singoli, ma alla scienza che nel suo essere sociale garantisce le sue idee, perché sono sottoposte a controlli rigorosi e plurali. 

Per far fronte ai pregiudizi di ordine sociale, culturali ed economici che stanno alla base della diffidenza nei confronti della scienza, ammettendo l'evidenza che gli scienziati possano compiere degli errori anche clamorosi, occorrono criteri come consenso, metodo, evidenza, valore e umiltà; ragionevolezze che assicurano un alto grado di certezza scientifica. La scienza è fondamentalmente consensuale, ed è nella sua comunità che si devono trovare risposte e conoscenze attendibile contro la crisi e la sfiducia nella scienza e nei suoi dati tanto di moda oggi. 

Un'apologia, insomma, ma equilibrata e attenta a non sconfinare in un'esaltazione assoluta della figura dello scienziato. Un libro di profonda attualità.

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