Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

10 ott 2021

Pittori - Marcel Proust (Saggi - 1895/1898)

"Da Chardin abbiamo imparato che una pera è altrettanto vivente di una donna, che un volgare recipiente è altrettanto bello di una pietra preziosa. Il pittore ha proclamato la divina eguaglianza di tutte le cose davanti allo spirito che le considera, davanti alla luce che le abbellisce. Ci ha fatto uscire da un ideale falso per farci penetrare largamente in una realtà, per farvici ritrovare dappertutto la bellezza, non più prigioniera d'una convenzione o d'un gusto falso, ma libera, forte, universale, schiudendoci il mondo. E ci trascina sul mare di bellezza".


Questa raccolta di saggi di critica d'arte che Proust ha dedicato ad alcuni dei suoi pittori preferiti, Chardin (il saggio più bello), Rembrandt, Watteau, Moreau, Monet, è davvero raffinata. Le immagini che lo scrittore rievoca per mezzo della sua insuperabile penna sono reali; vediamo davvero gli uomini che camminano nelle tele, le foglie che si decompongono, i vestiti che si sgualciscono. La parola proustiana ci fa rivivere l'arte pittorica e ci permette di penetrare un mondo precario e delicato che in fin dei conti è la nostra stessa realtà. Emerge un Proust sorprendente (ma non troppo, se lo si conosce), abilissimo e raffinatissimo osservatore, non solo dell'animo umano, ma anche della bellezza espressa nelle tele dei suoi amati pittori. Ci accompagna dentro al suo museo privato dove le opere sono state selezionate al solo scopo di gustare una realtà quotidiana apparentemente ripugnante e faticosa e allo stesso tempo, invece, piena di bellezza e fascino. Una dimensione che non è solo estetica, ovviamente, ma che si riflette nei nostri sentimenti. 

Senza tecnicismi, questi saggi, oltre che dimostrare ancora una volta l'abissale delicatezza dell'autore, rivelano quanto per lui la passione per la pittura sia stata una formidabile palestra per la sua scrittura. Quando leggiamo Proust, infatti, le immagini di dettagli apparentemente insignificanti diventano il senso stesso del tutto e ogni cosa, oltre che essere ben visibile nella mente del lettore, prende senso e assume le vesti della realtà fissata e immutabile e così diventa opera d'arte, come un dipinto (o una fotografia).

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