Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

25 ott 2015

La tentazione di esistere - Emil Mihai Cioran (Saggio - 1956)

"Coloro che non sanno trarre beneficio dalle loro possibilità di non-essere, restano estranei a se stessi: dei fantocci, degli oggetti provvisti di un io, assopiti in un tempo neutro, né durata né eternità. Esistere significa mettere a profitto la nostra parte d'irrealtà, significa vibrare al contatto del vuoto che è in noi. Al suo vuoto il fantoccio resta insensibile, lo abbandona, lo lascia consumarsi..."

Questi pensieri, più o meno lunghi e articolati, mostrano, e confermano, la lucidissima analisi che Cioran riesce a raggiungere nelle sue speculazioni. L'uomo, e il pensatore lo sa bene, non riesce a rassegnarsi. Naturalmente ha bisogno della rivolta; anche se si accorge che dietro i paraventi della vita c'è l'inutilità, c'è il non senso (e quindi sarebbe meglio rassegnarsi e beatamente dormire), l’uomo lotta e si rivolta, convinto che le proprie idee abbiano un velleitario fine. Siamo prigionieri del Tempo, non siamo capaci di saltare e liberarci, come se vivessimo nel delirio di un'attesa che ci spossa. Ecco che la storia diventa protagonista. Qui, o nel tentativo disperato di esserci dentro, anche gli stati e i loro spiriti nazionali vivono nelle pagine del libro. Francia e Inghilterra da una parte, già seduti nella storia, Russia e Spagna dall'altra, smaniosi di trovarvi posto; per esempio. Anche religioni come quelle cristiana ed ebraica hanno il loro cantuccio nella storia... Non mancano, infatti, le parole da dedicare ai divulgatori del cristianesimo. E se condanna san Paolo con espressioni feroci e schifate, esalta la figura di un Lutero che ha cercato di umanizzare una religione disumana.
Costellato di richiami alla filosofia orientale che predica la stasi e l'annullamento di sé, in questo gioiello di filosofia esistenziale (ma non diciamolo all'autore, magari l'etichetta non gli piace), Cioran sa quanto contraddittorio sia l'uomo. Oscillante tra la lucidità e la rassegnazione, tra la stasi e l'azione, l'uomo è figlio di un pendolo che detta rumorosamente il tempo e ha a disposizione solo un modo per vivere pienamente: nella sofferenza. Soffrire quindi, l'unico mezzo per rimediare al tempo e cogliere l'eterno.
Contro il romanzo e la sua verbosità, affascinato dalla solitudine dei mistici, Cioran si rassegna e scrive... E ci descrive un mondo, il mondo che abbiamo creato, grossolano, mostruoso. Allora le parole per raccontarlo si fanno amare, demolitrici. Ecco lo stile di questo libro.
Nell'esaltazione del nulla, del no, della solitudine, temi tanto cari quanto intimi, troviamo il vissuto del filosofo. Esistere veramente è saper dire di no, è assumersi la responsabilità del nulla, della morte, insomma della terribile ricerca di verità.

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