Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

7 ago 2013

Autobiografia - John Stuart Mill (1873)


"Io sono così uno dei rarissimi in questo Paese, che abbia, non abbandonato la fede religiosa, ma che mai non l'abbia avuta: crebbi in uno stato negativo, per questo riguardo. Io consideravo le religioni moderne tal e quale come le antiche, come qualcosa che in nessun modo mi concernesse: che il popolo Inglese credesse quel ch'io non credevo non mi pareva cosa più strana, di quel che gli uomini di cui avevo letto in Erodoto avessero creduto. La storia mi aveva reso familiare la varietà delle opinioni nell'umanità; onde quel modo di vedere non era appunto che una estensione di questo fatto".

Perché Mill ha scritto un’autobiografia? Ne esistono tante, più o meno coinvolgenti, ma un filosofo placido e ricercato come Mill, cosa voleva dire? Lo dice sin dalle prime pagine: illustrare un percorso educativo da contrastare all'ordinaria educazione impartita dal sistema. Tra le righe, dunque, si legge: orgoglioso di essere tale, vi dico io come si diventa superiori. E se ascoltate i miei suggerimenti, il maggior numero di persone sarà come me, quindi migliore... Direte: un poco presuntuoso parrebbe, e invece no. Il filosofo inglese, infatti, avverte un turbamento sociale, culturale, psicologico e pensa sinceramente che guardarvi, per capire e cogliere una possibile soluzione, possa essere utile a tutti. Abbiamo un filosofo, onesto e sincero, che ha visto qualcosa, che in molti non sanno cogliere, e per amore degli altri e della verità cerca di scolpirla e definirla sulla massa d'argilla della verità. Altro che presunzione, è orgogliosa carità.
Amato da un padre coltissimo e attentissimo all'educazione dei figli, il piccolo John fu subito abituato alla lettura e allo studio delle diverse discipline sin dai primissimi anni di vita. I libri, la cultura: ecco il motivo imperante per una corretta educazione. Ma non è un cimentarsi da eruditi, fine a se stesso, incapace di essere utile; è piuttosto un raccogliere informazioni e poi elaborarle, magari circondandosi di uomini altrettanto colti per discutere e metabolizzare quanto studiato, con lo scopo di trovare soluzioni e risposte, etiche e morali, utili per la stragrande maggioranza degli uomini. A tal proposito, non mancano curiosità che riguardano anche Hume, Ricardo, Bentham. Ovviamente il tema utilitaristico è onnipresente. Allora l’autobiografia diventa una confessione e si ricordano i nomi e le figure che più hanno reso possibile la propria crescita culturale. Diventa pure un modo per riconoscere l’influenza decisiva delle letture, la rivoluzione interiore che esse possono suscitare e che sono la chiave di tutta la formazione di Mill. Tra tutte, di importanza capitale appare la lettura di Bentham e la straordinaria potenza del suo utilitarismo. Ma anche i filosofi francesi del XVIII secolo sono modelli da imitare, così come alcuni poeti inglesi della scuola romantica. 
Su tutti però la figura principe della formazione del filosofo inglese è stata il padre. Per quasi tutto questo superbo scritto, edito dall’elegantissima Casa Editrice Rocco Carabba in due volumi, emerge e non si tiene nascosta la figura di James Mill. Coltissimo storico, filosofo ed economista, appare luminoso, attento e fierissimo del figlio, sebbene sembri in alcuni momenti burbero e severo. Il figlio dunque forgiato dal e sul modello del padre. Tuttavia è innegabile che via via che il giovane John cresce, si noti l'indipendenza del suo pensiero rispetto a quello paterno. Le idee si fanno più personali, originali ed esploderanno in un pensiero che supererà per importanza il pensiero del padre. 
Anche i viaggi hanno un capitolo importante nella formazione di John. Viaggiare e quindi confrontarsi con altre culture diverse, con abitudini persino improponibili per gli inglesi, è di fondamentale importanza per la formazione personale di un uomo e di un filosofo. S’impara a cogliere la relatività delle culture, s’impara la tolleranza. E non sono scollegate a questi temi le intelligentissime riflessioni sulla religione, sul Cristianesimo in particolare, perché fondato sulla contraddizione e può essere dannatamente inutile quanto feroce.
Da queste premesse appare evidente e forte la volontà di riformare il mondo. E riformare vuol dire occuparsi di politica. L’afflato politico sarà soddisfatto quando John, ormai maturo, sarà membro della Camera dei Comuni. In Parlamento Mill sostenne scandalose proposte come l'uguaglianza delle donne, l'educazione obbligatoria e il controllo delle nascite. Un immorale radicale! 
Bellissime le pagine dedicate all’influenza straordinaria di sua moglie, donna intelligentissima che notevole ascendente ebbe sul marito, sopratutto per quanto riguarda il saggio sull'emancipazione delle donne.

Se cercate pettegolezzi o aneddoti curiosi, questa autobiografia non fa per voi. È il racconto di una vita, la vita di un filosofo che dell’intelletto ha fatto la sua ragione di vita. Tuttavia non è solo la storia autocelebrativa delle conquiste intellettuali ottenute dal filosofo, nel racconto esistono anche i momenti di crisi, di ripensamento. Traspare una mente capace di comprendere i propri limiti e al contempo incapace, per onestà intellettuale, di divagare e poi perdersi nei meandri dell'inutile...

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