Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

20 dic 2011

Gli ultimi giorni di Immanuel Kant - Thomas de Quincey (Biografia - 1854)


"Parlava di se stesso come di un ginnasta che avesse continuato per quasi ottant'anni a conservare l'equilibrio sulla corda tesa della vita, senza mai oscillare né a destra né a sinistra. E certamente, a dispetto delle varie malattie a cui la sua costituzione lo aveva esposto, egli manteneva ancora trionfalmente la sua posizione nella vita".

Trovo la filosofia kantiana altissima, ma allo stesso tempo povera di coraggio. Un filosofo dalle immense possibilità, figlio di giganti che prima di lui avevano forse scorto realtà troppo grandi, che tuttavia di fronte all’ultima verità ha cercato di nascondersi, rinunciandovi e trovando soluzioni al nulla e all'impossibilità che lasciano il tempo che trovano. Eppure è un mostro filosofico straordinario, dall'immenso fascino, e con esso bisogna confrontarsi. 
De Quincey, grande ammiratore della figura del filosofo di Königsberg, in questo scritto si occupa degli ultimi giorni di vita dell'autore de 'La Critica della Ragion Pura'. Nondimeno, sin dalle primissime battute, appare evidente come sia lo stesso scrittore inglese a mettersi in gioco, a dire la sua. Lo fa con un po' di arroganza (sono indicative a tal proposito le sue chiose), mostrando però un alto intuito e buona preparazione. De Quincey non è un testimone diretto. Trova le fonti per il suo libro dagli amici del filosofo (Wasianski su tutti). Testimonianze preziosissime queste, che però possono essere corrette da supposizioni e brillanti folgorazioni che lo stesso inglese riporta in lunghe e dotte note. 
Naturalmente il racconto è avvincente, i ricchi aneddoti riportati, soprattutto per le abitudini maniacali, sono divertenti e curiosi. Ma come potrebbe far pensare il titolo, il libro non si occupa solo degli ultimi giorni del filosofo. Dopo un breve excursus sulle sue abitudini, infatti, l'argomento principale diventa la vecchiaia, la lenta decadenza fisica e intellettuale che, poi, porterà alla morte uno dei più importanti autori della storia filosofica.

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