Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

26 apr 2022

La colomba pugnalata - Pietro Citati (Saggio - 1995)

"Proust non aveva forse detto che non poteva scriverla un artista solo? Lui, l'enorme ragno, aveva bisogno di un architetto, di un teologo, di un filosofo, di un romanziere, di un attore, di un musicista, di un pittore, di un poeta, di uno scultore, di un critico letterario, di un decoratore, di un profumiere, e persino di un sarto, ai quali affidare ora questa ora quella parte. I suoi allievi eseguivano con diligenza i compiti che gli venivano imposti: Fortuny era, fra tutti, diligentissimo; mentre il Grande Architetto adunava nella mente ogni motivo, e l'intrecciava insieme in un significato che forse continua a sfuggirci".


Quando si legge una biografia così elegante e avvincente è come se si leggesse un romanzo raffinato. L'autore, infatti, con una penna decisamente colorata di emozioni, ci lascia un senso di riconoscimento nei suoi confronti, oltre che, ovviamente, in quelli di Proust.

È raccontata una vita che, in fondo, è stata costruita per un solo scopo: quello di scrivere un'opera, sublime e suprema, in grado di segnare l'altezza massima della genialità. Così l'infanzia felice di Proust, la sua adolescenza, la scoperta dei primi amori omosessuali, l'amore ossessivo ed edipico per la madre, il dolore come primo motore esistenziale, l'asma, i primi scritti ancora acerbi che però sono esercizi di stile e di intelletto, le amicizie deluse con Bibesco e Fénelon, l'interesse e il ripensamento verso Ruskin, la memoria nella sua molteplicità, il sonno e l'insonnia come alternative alla vita, l'abitudine, la malattia, la morte che consuma il corpo ma che persiste nella memoria stessa degli altri sono i temi che riempiono e conflagrano nella Recherche. Non è un caso che, dopo la biografia, l'autore gli dedichi un'importante e intelligente sezione. Ricercato e brillante, l'occhio dell'autore scruta nell'animo del capolavoro del '900 (e non solo). L'opera è quindi descritta come se ogni parte costituisse l'elemento di una cattedrale gotica, con i pronai, le vetrate, le navate, l'abside, le cupole, donandogli un senso in cui tutto diventa mistico e religioso.

Per gli appassionati di Proust e della sua opera, un libro indispensabile.

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