Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

26 nov 2018

Tre racconti - Tommaso Landolfi (Racconti - 1964)

"Ed era timido, quello sguardo, e al tempo stesso ardito; ardito in modo particolare, come di chi reagisca a un proprio sgomento, o meglio come... come mugolante, non trovo altra parola. Ah che vale? io mi confondo se tento di definirlo... Come muto, ma di qualcosa. Si può essere muti di qualcosa, come si è pieni o parlanti di qualcosa? Ebbene, il suo sguardo sarebbe stato muto di voluttà, di dolcezza, ma anche di pena, di presagio..."

Gli uomini, protagonisti di questi racconti, sono accomunati dall'imbarazzo che hanno nel palesare i loro sentimenti. Trovano sempre il modo di confessare il loro amore consapevole, ma sempre con estrema difficoltà e con esiti mai sorridenti. Come nel dostojevskiano La muta, il racconto più bello, in cui un cinquantenne, prima di essere giustiziato, ricorda in preda a violenti sensi di colpa il suo delitto: dopo che si era innamorato di una bellissima quindicenne muta, dopo averla fatta affezionare, dopo averla portata nella sua camera da letto, una notte, la uccide furiosamente con un rasoio. 
Nella Mano rubata, racconto in terza persona, durante una serata tra amici artisti, Marcello propone una partita a poker in cui i perdenti devono svestirsi o uccidersi. Marcello, alla fine riesce a vincere e tutti decidono di svestirsi, tranne Gisa, la bellissima donna di cui Marcello è innamorato e che desidera ardentemente e ossessivamente vedere nuda. Così, per evitare il suicidio dell’amata decisa a non svestirsi, Marcello propone alla ragazza di spogliarsi anche lui, nonostante sia il vincitore del gioco. 
Ne Gli sguardi, invece, un uomo anziano che ha abbandonato la moglie e i figli scrive un diario in cui confida il suo amore per Rossana, una ventiduenne barista neanche troppo bella. Rossana, nel frattempo, nel suo diario scrive del suo amore per l’uomo anziano suo cliente. Le due storie, in modo parallelo, procedono senza incontrarsi mai, neanche quando l’uomo si accorge dell’interesse nei suoi confronti della giovane Rossana. L’anziano, infatti, ritornerà dalla famiglia.

Nel rispetto dei grandi temi landolfiani che stanno sullo sfondo, questi personaggi sono infelici, costantemente inquieti; provano a ragionare usando una logica sopraffina, ma che di fronte agli impulsi amorosi si perdono nell'inconcludenza. Una logica che tradotta in parole è incapace di esprimere ogni cosa, di possedere la realtà, che non è semplice materia e semplice numero, ma anche emozione, spirito e impulso.

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