Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

6 ago 2017

Il vaccino non è un'opinione - Roberto Burioni (Saggio - 2016)

"Ci vogliono anni di lavoro, esperimenti complicatissimi, studi in doppio cieco. Però alla fine di tutto, invece di vaghe e inutili falsità, come: "Nella mia esperienza l'epilessia è causata dalla vaccinazione", oppure: "Il bambino era sano e la vaccinazione l'ha rovinato", c'è una spiegazione, una verità scientifica, che illustra come i vaccini non causino in alcun modo l'epilessia. Insomma, è necessario un sacco di sudore, ma alla fine si ha un fatto e non un'opinione".

Per una congenita difficoltà a mettermi in gioco pubblicamente nelle diatribe di opinione e di attualità - mi piace "vivere nascosto" - di fronte all'avanzata della post-verità e alla forte deriva antiscientista che stiamo assistendo, provo a giocare un po' anch’io. 
Il libro del medico e virologo Burioni, nella sostanza, spiega molto semplicemente, contro la preoccupante massa di antivaccinisti e anche per chi ha voglia di conoscere, come i vaccini siano sicuri, siano efficaci, siano utili, rinforzino il nostro sistema immunitario, rendano la nostra comunità più forte, non causino l'autismo o altri gravi malattie e come non siano un complotto delle multinazionali del farmaco. Nel farlo, Burioni riporta dati statistici, grafici, fonti, ma usa similitudini spassose e un linguaggio davvero divulgativo, rendendo il saggio alla portata di tutti. Non mancano neanche una breve storia del vaccino, dalle prime osservazioni alle scoperte sul virus, e alcune storie di donne e di uomini che, per il bene degli altri, si sono messi in discussione e hanno avuto ragione. Donne e uomini che, applicando il metodo scientifico, sono riusciti a scongiurare malattie orribili, nonostante le ferocissime critiche di chi non riconosceva l'evidenza delle scoperte. Nei vari capitoli, purtroppo, si raccontano anche di bimbi che, a seguito delle errate convinzioni dei genitori antivaccinisti, hanno subito gravi danni e addirittura sono morti perché non vaccinati. Questo in sintesi il contenuto del libro.
Eppure, al di là delle evidenze scientifiche riportate, le parole di Burioni danno spunti di riflessione sul valore della scienza e sulla sua validità che dovrebbe trascendere le opinioni, politiche e non solo... Nello scontro tra fatti e opinioni, tra episteme e doxa, tra il saggio scientifico e il post su Internet, tra vaccinisti e antivaccinisti insomma, ci troviamo a mettere a confronto il metodo scientifico ortodosso contro l'oscurantismo, il complesso e non sempre suadente rigore scientifico contro il facile e affascinante pensiero magico. Nuove e pericolose mode antiscientifiche sostenute da altrettanto pericolosi individui che si definiscono nuovi stanno dilagando oggi, soprattutto grazie al web. Di fronte a fatti provati scientificamente, la verità è accettata come vera solo se corrisponde a emozioni e convinzioni personali. Non si effettuano alcune analisi sulla veridicità o meno dei fatti; si preferisce credere a chi non possiede legittima autorità piuttosto che allo specialista, al primo che dopo un semplice articolo frutto di incompetenza sostiene che la terra sia piatta anziché credere a chi dopo tanti anni di duri sforzi sostiene inconfutabilmente che la terra non lo sia. E allora le correlazioni tra causa ed effetto non sono coerenti, la logica non si mantiene su un piano consequenziale e si accettano i suggerimenti dei sesti sensi o dei vaneggiamenti di chi non crede nella scienza.
Non ci resta che studiare! L'unico modo per educarsi alla verità, oltre che alla bellezza. Ma studiare significa sofferenza, applicazione, metodo, sudore, ricerca; non significa accontentarsi della prima notizia che circola in rete, dell'opinione di qualcuno che non ha sofferto, che non ha sudato e si è sacrificato per anni nell'applicazione di un metodo, quello scientifico, tanto complesso quanto affascinante e carico di speranze. Non lasciamo dunque che la faciloneria diventi sinonimo di verità, che l'opinione oscurantista di un gruppo di inesperti possa essere messo alla stessa stregua delle prove degli esperti e della comunità scientifica. Siamo già lontani dalla verità, siamo già molto lenti nella nostra ricerca; non rallentiamo ancora il nostro percorso verso un senso. Il rischio è di un ritorno al medioevo e al rogo delle streghe. Sappiamo tutti come è andata a finire…

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