Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

1 lug 2017

L'invenzione del piacere - Michel Onfray (Saggio - 2002)

"Contro la lettura classica della filosofia greca che favorisce l'asse ontologico di Parmenide, l'idealismo di Platone, il gusto stoico per l'autopunizione, l'alessandrinismo mistico di Plotino e l'odio contro se stessi tanto caro ai Padri della Chiesa, possiamo preferire un'altra linea di forza che presupponga invece: l'atomismo di Democrito, il relativismo soggettivo dei sofisti (anche loro da de-platonizzare), il Socrate restituito a se stesso, Diogene con la sua coorte cinica, Aristippo con i suoi Cirenaici e infine l'Epicureismo di Lucrezio. Un continente idealista della rinuncia e dell'ideale ascetico innervato dalla pulsione di morte; e un altro materialista, chiaramente alimentato da una pulsione di vita ludica ed entusiasta".

Possiamo considerare questo libro un'appendice alla storia della filosofia che Onfray sta riscrivendo. Una storia, come sappiamo, dedicata ai vinti, a tutti quei pensatori che la tradizione occidentale, fortemente cristiana, ha volutamente dimenticato. Questo volume è dedicato, infatti, alla figura di Aristippo di Cirene, un allievo di Socrate e padre spirituale di Epicuro, che del piacere e della sua ricerca ha fatto una categoria filosofica ed esistenziale. Aristippo dunque, il filosofo dell'esaltazione del corpo e del pericoloso piacere, che si contrappone alle filosofie platoneggianti che vedono la carne come maceria dello spirito e che esaltano il cilicio e la punizione fisica a tutto vantaggio di una fantomatica anima. Aristippo contro Platone, il mondo concreto e dei sensi contro il mondo delle idee e della mortificazione del corpo.
In verità, il libro, dopo una breve e spassosa (per stile e arguzia) presentazione, raccoglie i frammenti e le testimonianze che spaziano dalla biografia alla teoria critica di Aristippo e dei suoi seguaci, nel tentativo di far emergere dall'oblio uno degli innumerevoli filosofi che ancora oggi avrebbero qualcosa di illuminante da dire.

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