Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

18 gen 2015

Classifica: i più belli e il più deludente del 2014

Dei libri letti lo scorso anno – dodici mesi poverissimi di ozio e di ventitré libri, di rarissimi momenti d'emozione, ma ricchissimi di speranze sempre deluse - la scoperta più importante l'ho trovata in Bonaviri. Tra alti e bassi, le sue pagine mi hanno affascinato, ma non sempre convinto totalmente. Il vicolo blu, invece, una rivelazione. Poesia, immaginazione, realismo, stile: uno dei tanti esempi di grande scrittura siciliana. E poi, il libro riletto, il più bello dell’anno: Uno, nessuno e centomila. Era prevedibile…
Da ricordare, tra gli altri e per diversi motivi, il libro del mio carissimo amico Barucco, quello di Singer, di Aristofane, quelli di Paolini.
Comunque, ecco il podio: 


1. Uno, nessuno e centomila
2. Il vicolo blu
3. Il funesto demiurgo

Tra libri irritanti e fastidiosi (e quest’anno ne ho letti diversi), il Diario di un parroco di campagna di Bernanos. Non un cattivo romanzo, ma vecchio, lamentoso e a tratti maleodorante di falsità.

4 commenti:

  1. Pirandello non può non prenderti. Bonaviri (ho letto "L'infinito lunare") ha alti e bassi. Bernanos in quanto a fede è quello che è, ma come scrittore in assoluto non è mica male. Ho letto il "Diario" nel 1966 alcuni mesi dopo essere uscito dal seminario, e, forse per questo, allora non mi stancò o irritò particolarmente. Più difficile da seguire mi fu "I grandi cimiteri sotto la luna", forse per il suo impegno politico-sociale.

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    1. Il commento è di Enzo Garofalo

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    2. Ciao, grande amico! :-)

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  2. Grazie Enzo! Sei sempre molto attento.
    Un carissimo saluto

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