La lettura scorre grazie allo stile attento e prezioso (forse un po’ tradito dalla traduzione, ma sarebbe da verificare…) del grande scrittore di Providence. Si ha l'impressione, alle volte, di vivere in un sogno, in un incubo, in una dimensione onirica che però è ben definita, chiara, senza aloni indistinti e per questo dapprima disturbante, poi angosciante e infine terrificante. Scritto in prima persona, è evidente la tecnica narrativa nel presentare il racconto da uno scienziato, un geologo, il quale possiede tutti gli strumenti razionali per essere logico e chiaro. Il mistero, la follia, l'assurdo così vengono tracciati nel modo più inequivocabile e schietto possibile, ed è inevitabile che quella subdola sensazione di terrore si amplifichi ancora e ancora sotto la pelle. Le descrizioni delle montagne, delle freddissime tempeste antartiche, della regione occupata dalle ciclopiche costruzioni aliene sono magistrali. Sebbene alle volte si ecceda nel racconto dei particolari scientifici della spedizione, l'abilità di Lovecraft, invitante e unica, ci consente con facilità di afferrare e di vivere il suo scopo: creare tensione, gestire la crescente e viscida inquietudine.
Un blog di postille irrazionali. Un blog personale insomma; tanto per contraddirmi.
Presentazione
Presentazione
Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.
Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.
È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.
7 lug 2010
Le montagne della follia - Howard Phillips Lovecraft (Romanzo - 1931)
La lettura scorre grazie allo stile attento e prezioso (forse un po’ tradito dalla traduzione, ma sarebbe da verificare…) del grande scrittore di Providence. Si ha l'impressione, alle volte, di vivere in un sogno, in un incubo, in una dimensione onirica che però è ben definita, chiara, senza aloni indistinti e per questo dapprima disturbante, poi angosciante e infine terrificante. Scritto in prima persona, è evidente la tecnica narrativa nel presentare il racconto da uno scienziato, un geologo, il quale possiede tutti gli strumenti razionali per essere logico e chiaro. Il mistero, la follia, l'assurdo così vengono tracciati nel modo più inequivocabile e schietto possibile, ed è inevitabile che quella subdola sensazione di terrore si amplifichi ancora e ancora sotto la pelle. Le descrizioni delle montagne, delle freddissime tempeste antartiche, della regione occupata dalle ciclopiche costruzioni aliene sono magistrali. Sebbene alle volte si ecceda nel racconto dei particolari scientifici della spedizione, l'abilità di Lovecraft, invitante e unica, ci consente con facilità di afferrare e di vivere il suo scopo: creare tensione, gestire la crescente e viscida inquietudine.
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