Come scrivevo prima, pochi libri però, poco meno di venti, non particolarmente entusiasmanti, tuttavia di questi ne voglio ricordare tre:
2. La filosofia della composizione - Edgar Allan Poe
3. Il dottor Zivago - Boris Pasternak
Il volume di Onfray, un inno all'antimetafisica, sebbene ormai sia ripetitivo nei concetti, è scritto molto bene, la lettura è piacevolissima e insieme coltissima. La lettura del breve saggio di Poe, al di là della sua intrinseca importanza e raffinatezza, è stato per me un ritorno agli anni della giovinezza, quando i suoi scritti notturni illuminavano le mie giornate. Il romanzo di Pasternak, invece, con a tratti una certa pesante prolissità, è stato un'immersione in un tempo e in uno spazio lontani, terrificanti e affascinanti al contempo.
Tra i meno interessanti e noiosi, invece, segnalo: Ermeneutica di Proust di Maurizio Ferraris (troppo platonico e deleuziano per i miei gusti) e Le orecchie lunghe di Alessandro Magno di Federicomaria Muccioli, libro potenzialmente interessante e curioso, eppure retorico e barboso. Anche i libri dedicati all’astronomia hanno i loro demeriti (e altri meriti però).
Da ricordare sempre Proust, lo scrittore più importante per me di cui ho ascoltato i primi tre volumi della Recherche in audio libro; il Somnium, sive astronomia lunaris di Kepler, più per il suo valore storico che letterario; la Storia greca di Bettalli, D’Agata e Magnetto, un manuale accademico molto ben articolato e scritto.
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