Il Somnium è un racconto di fantascienza (per alcuni il primo in assoluto) costellato di fatti autobiografici e scientifici. È anche un testo di divulgazione scientifica. Keplero, infatti, descrive un sogno in cui un quattordicenne Islandese, Duracoto, viaggia per punizione con una nave fino a quando non incontra il grande astronomo Tycho Brahe sull'isola di Hven. A seguito di questo incontro, il protagonista impara l'astronomia e si innamora del cielo stellato. Tornato finalmente in Islanda dalla madre, capisce che anche lei possiede le stesse conoscenze e gli rivela che sono stati dei Demoni a istruirla. È quindi evocato un demone (che rappresenterebbe l'astronomia) è questo racconta loro dell'isola di Lavania (la Luna). Il demone riferisce di come ha fatto a viaggiare, si sofferma a descrivere la luna, le sue fasi, il motivo per cui vediamo un solo lato di essa, le eclissi solari. Tutti argomenti che servono a Keplero per sostenere, in sostanza, le tesi copernicane. Lo scopo del racconto, infatti, è di convincere i tolemaici che il modello copernicano è corretto. La terra è vista dalla Luna e l'osservatore trova che il movimento del pianeta è identico a quello dello stesso satellite osservato dalla terra. Il punto di vista, quindi, risulta soggettivo, apparente e non reale.
Il volume è completato dalle note scritte dallo stesso Keplero tra il 1620 e il 1630 che sono molto più lunghe del racconto stesso e sono anche molto più interessanti e affascinanti. Emerge un Keplero dedito all'astrologia e alla Magia, ma risalta pure un sentimento di gratitudine verso le scoperte che Galileo in Italia stava facendo in quegli stessi anni.
Il racconto in sé è frettoloso e si riduce una trama scarna e senza troppe pretese. Il resoconto del Demone, invece, è particolareggiato e non sempre di facile lettura. Resta comunque un documento significativo sia dal punto di vista storico sia dal punto di vista scientifico. Felice di averlo conosciuto e di aver scoperto un Keplero per me inedito.
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