In questo breve scritto, Freud si pone delle domande di un’indubbia rilevanza: cos'è la civiltà? quali regole comportamentali la tengono in vita? e soprattutto, la religione che ruolo gioca all'interno di questa forza che ci unisce e ci spinge verso il futuro? Dalla discussione di tali domande, lo scopritore della sessualità infantile ci indica un futuro meno miope, più illuminato, in cui le ragioni e le scoperte scientifiche soppianteranno del tutto il bisogno religioso che ottunde le menti dell'umanità. La religione, l'illusione nella definizione freudiana, sarà costretta a cedere il passo alla verità. Siamo pertanto di fronte a una civiltà che nell'idea del moravo, molto adagio, muta e si perfeziona. La conclusione di siffatta lenta evoluzione risiede nell'inevitabile (e da tempo in atto) conflitto tra intelletto e vita pulsionale, che alla lunga porterà il primo, con la sua caratterizzante pazienza, a prevalere sulla seconda, sulle illusioni, sulla religione. Nel difendere la superiorità delle possibili illusioni scientifiche su quelle religiose, Freud ci lascia qualche breve ma denso appunto di epistemologia.
Curiosa la capacità dell’autore de ‘L’interpretazione dei sogni’ di prevenire le possibili critiche, anticipandole e confutandole nel testo stesso. Nel farlo, Freud si pone di fronte a un obiettore immaginario e risponde alle sue contestazioni. I dialoghi che ne seguono sono notevoli per brillantezza e onestà intellettuale. Per i temi trattati e il modo di proporli, nel cercare le cause del bisogno di rivolgersi ad altro, a divinità superiori, a tratti sembra di leggere Hume o Feuerbach.
Libro illuminista, ottimista, sicuro, annuncia l'inesorabile sconfitta delle religioni dopo le vittorie della ragione, della scienza. Libro profetico o libro di speranze? E' ancora troppo presto per giudicarlo, restano però una forza e un'integrità razionale che difficilmente potranno essere trascurate.
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