"Dovevo penetrare maggiormente dentro di me per trovare l'evidenza della Fotografia, quella cosa che è vista da chiunque guardi una foto, e che la distingue ai suoi occhi da ogni altra immagine. Io dovevo fare la mia palinodia"
Le riflessioni e le digressioni sulla fotografia, sul suo senso ontologico, la ricerca fenomenologica che diventa introspettiva, sono quasi un pretesto per Barthes di parlare di sé. La Fotografia, nella spiegazione barthesiana, è disordine, è emblema dell'assoluto particolare. Compito del critico francese è quindi quello di darne un significato, partendo proprio dal particolare, da singole foto scelte da lui per il loro valore affettivo ed emotivo. Tra scienza e soggettività dunque. E', come si diceva poc'anzi, l’onesto espediente per sviscerare la sua stessa natura di soggetto in posa, nel caso in cui è 'immortalato' (lo 'spectrum'), o per sviscerare la sua stessa natura di soggetto fruitore di foto altrui (lo 'spectator'). Barthes non è un fotografo (lo 'operator'), ma della fotografia ne subisce il fascino, la spietatezza dell'invadenza, il disordine ossimorico insito nell’universo delle foto. Da critico sottile e raffinato qual era, non poteva pertanto non considerare le ragioni di tale invadenza e per farlo mette a nudo anche suoi ricordi intimi, in un crescendo pure emotivo che rende il libro un piccolo gioiello saggistico.
La digressione, specialmente nella seconda parte del volume, assume un carattere quasi proustiano. Ne sono prova non solo i continui rimandi personali alla figura (e alle foto) della madre, ma anche alla 'Recherche' dello scrittore francese.
Del libretto, corredato da bellissime foto e dal solito e inequivocabile paratesto barthesiano, mi piace l’afflato personale dell'autore. E' attraverso l'esperienza di utilizzatore di foto, non di tecnico della fotografia, che lascia parlare le sue emozioni. Ma tale soggettività non deve ingannare il lettore; il procedimento fenomenologico di Barthes si conclude con valutazioni che possiedono un loro status universalistico e, in qualche modo, obiettivo.
Del resto l'estetica della fotografia deve, per forza di cose, rimandare al singolo.
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