Il 25 febbraio 1649, giorno di Purim (una festa delle maschere ebraica), a Shamgorod, uno sperduto villaggio dell'Europa orientale, tre ebrei attori girovaghi si ritrovano nella locanda di Berish, un taverniere, anche lui ebreo, unico sopravvissuto insieme alla figlia al pogrom di qualche tempo prima. I tre attori bevono per festeggiare il giorno di festa, ma non hanno i soldi per pagare. Così, per saldare il debito, decidono di inscenare uno spettacolo per l’implacabile Berish, il quale avrà il compito di proporre un tema. Tra mille contrasti e battibecchi, l'argomento scelto sarà un processo a Dio. Gli attori saranno i giudici, Berish il durissimo procuratore e Maria, la sua serva cristiana, il popolo. Tuttavia manca l'avvocato difensore e nessuno vuole avere questa parte, fino a quando uno straniero dal nome Sam, ex l'amante di Maria, si deciderà e difenderà in contumacia, in modo raffinato e sofistico, Dio e la sua bontà. Ma il processo presto sarà interrotto: un nuovo pogrom è organizzato per massacrare i soli ebrei rimasti nella locanda. E prima che tutto si compi, un attimo prima che la morte sopraggiunga, Sam, il difensore di Dio, indossa la maschera di Satana.
Testo metateatrale in tre atti (peccato che solo l'ultimo sia dedicato al processo vero e proprio) dal sapore tematico superbo: la memoria per non dimenticare gli orrori della storia, l'odio hobbesiano dell'uomo sugli altri uomini, l’insensatezza di alcune delle loro azioni, l’idea di un Dio crudele e artefice di dolore e lacrime che si nasconde, oppure di un Dio onnipotente ma che non agisce, onnisciente ma che continua a restare in silenzio. Di fronte a tutto ciò, a tutta questa assurdità, il libero arbitrio sembra essere l'arma che Sam usi per difendere il Creatore, lasciando quindi che la responsabilità cada soltanto negli uomini. Eppure una simile mossa non può bastare a giustificare l'indifferenza di Dio, e assolverlo sarebbe complicatissimo. L'unica cosa da fare, se ancora si crede in lui, è ripensare radicalmente la sua stessa natura di essere onnipotente e onnisciente.
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