Gli spunti di riflessione che nascono dalle situazioni paradossali, dai ragionamenti che il narratore introietta nei protagonisti, non mancano. E la profondità con la quale sono affrontati, senza nulla di grave e faticoso da capire, arricchiscono la lettura e lo spasso nel leggere l'opera saramaghiana. In questo romanzo, in particolare, è pregevole la caratterizzazione psicologica del protagonista e il tema del doppio, seppur ormai non originale e forse esaurito nella sua potenza speculativa, si veste di abiti nuovi. Il doppio si manifesta sin dalle prime pagine; il colpo di scena è immediato e la storia vive di altre ricerche, meno scenografiche se vogliamo ma più lente nella riflessione, nel gioco tra la storia e la semantica del messaggio.
Lo stile, che si appesantisce (e abbellisce) di lunghi e sfibranti periodi ipotattici, è studiato per specchiare la volontà, la determinazione, ma anche la paura e l’esitazione del professore di Storia nel voler conoscere il suo doppio. E così si fa estenuante la preparazione dell'incontro tra i due che, solo alla fine, li porterà a battersi con il loro destino.
Siamo abituati ai paradossi, alle situazioni impossibili nei romanzi di Saramago, e questi non ci meravigliano. Idee sempre ingegnose, dense di significati rilevanti, eppure il tema del doppio, dell'identità, temi moderni e ormai classici (sic) affrontati con maestria e originalità, forse hanno già consumato il loro contenuto e la loro spinta riflessiva.
un ottimo libro.
RispondiEliminaSaluti dal Portogallo, patria dello scrittore José Saramago.
Grazie per la visita e il commento. Saluti.
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