Come sappiamo siamo in quell'epoca che è stata definita della post-verità, ovvero una stagione in cui le notizie sono vere non perché oggettive e dimostrate, ma perché fanno presa sulle emozioni e sulle sensazioni delle persone. Chi crede nelle bufale, insomma, lo fa perché è toccato nelle emozioni o è stimolato dal proprio pregiudizio (gli idola direbbe Bacone, oggi eristiche o bias di conferma). E anche purtroppo di fronte alle verità dimostrate il post veritiero non ne accetta il risultato. Se consideriamo inoltre che il mondo ormai è diventato digitale, i mass media hanno enfatizzato questo fenomeno e sono in molti che, moltiplicandosi di fronte alla complessità delle domande del mondo, oggi credono e diffondono disinformazione e menzogne acclarate. L'autore di questo libro, noto divulgatore e astrofisico, cerca di smantellare alcune delle più bizzarre e diffuse bufale che circolano sull'astronomia. Nel farlo il giovane scienziato delinea, tra le righe, anche lo strumento che dovrebbe permettere al lettore di vaccinarsi contro le pseudoscienze e le fandonie: il mezzo potentissimo si chiama metodo scientifico.
In modo semplice e coinvolgente, comunicando direttamente al lettore con giochi e attività che fanno riflettere, il libro è alla portata di tutti. Il gioco consiste nel riportare una coppia di affermazioni all'inizio di ogni capitolo e il lettore deve indicare quale sia la bufala. Ecco quindi che vengono smantellate le fandonie sulle sonde che hanno portato l'uomo nello spazio e sulla luna, per esempio; c'è qualcosa sulle fake giornalistiche relative alle dimensioni di Marte; sulla impossibilità della Scienza e dell'uomo di arrivare alla verità assoluta; sulle insensatezza degli oroscopi. Molte, comunque, sono balle sull'astronautica più che sull'astronomia.
Il libro, credo, non è pensato per convertire i complottisti (forse non c'è speranza nei loro confronti), ma per informare e capire, anche dal punto di vista psicologico, perché si crede nella disinformazione. È questo l'aspetto più interessante del volume, quello in cui l'autore descrive i meccanismi psicologici e sociologici che si attivano nella mente quando collezioniamo informazione. Un modo, pure, per raccontare la bellezza dell'universo.
Due importanti criticità. La prima è che un libro dedicato all'astronomia deve necessariamente avere un apparato fotografico dominante, mentre qui non c'è alcuna foto o vignetta. La seconda è che non esiste una bibliografia. Secondo me, queste sono gravi mancanze per un libro così ricco di informazioni e dalle pretese metodologiche di un certo livello.
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