Introdotto da un bel saggio di Clarac, il testo incompiuto di critica letteraria ed estetica, che sfocia in confessione intima e in racconto, e che filologicamente si deve accostare ai Pastiches e ai Settantacinque fogli, segna un momento di straordinaria importanza nell'opera di Proust. Il libro, infatti, precede la Recherche e ne è, in qualche modo, un'introduzione, un impianto teorico entro cui costruirne le meraviglie. Fra il trattato filosofico (che, intelligentemente, vuole dimostrare quanto l'intelligenza benché fondamentale sia di grado inferiore rispetto alla pascaliana ragione del cuore) e il racconto letterario e autobiografico, questo insieme di appunti è già la versione in nuce della Recherche. Sono presenti, infatti, temi, immagini e riflessioni che si troveranno in tutto il capolavoro proustiano.
Sainte-Beuve, il critico letterario per eccellenza, un mostro sacro e intoccabile, appare agli occhi di Proust sopravvalutato. Cieco e incapace di cogliere la grandezza letteraria di artisti come Stendhal, Nerval, Baudelaire, vede nella biografia di un artista la conditio sine qua non per comprenderne l'opera. Associando, quindi, il valore dell'uomo al valore dell'opera, Sainte-Beuve dimostra miopia e poco acume. Proust, contro il superficiale metodo positivista, sente la necessità di confutare tale tesi per dimostrare che i capolavori hanno la loro genesi da io diversi e più profondi di quelli che si manifestano nella quotidianità. Come c'è differenza tra la magia onirica di Sylvie di Nerval e la sua pazzia, o come tra la simpatia e i bei modi di Baudelaire (tra l'altro amico di Sainte-Beuve e poeta prediletto di Proust) e i suoi versi velenosi notturni dionisiaci, oppure come tra la volgarità di Balzac e l'assenza di stile che lo caratterizzano e lo rendono unico e che Sainte-Beuve non aveva capito. Esempi che dimostrano quanto le loro opere, nate nel silenzio da un io riflessivo e sognante, siano lontane dal loro diverso io quotidiano e riconosciuto dagli altri (Freud è dietro l'angolo...). È in questa distinzione che la scrittura diventa vitale, l'universo entro cui trovare il senso dell'esistenza, per dare forma viva ai ricordi che andrebbero inesorabilmente perduti.
Intelligenti, partorite da una mente raffinatamente sensibile, le pagine dedicate a Baudelaire. Ne analizza molti versi, cogliendone i colori e le emozioni che nessuno è stato in grado di eguagliare (e che il critico Sainte-Beuve non è riuscito neanche a intuire).
È divertente notare come la Recherche, opera in parte autobiografica, sia letta dagli studiosi e dai lettori innamorati cercando nella biografia di Proust tutti gli eventi che si ricollegano all'opera...
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