Il carteggio tra il grande scrittore siciliano e il critico d'arte e poeta romano, che possiamo leggere per la prima volta, ha un che di affascinante e curioso. Tutto inizia nel 1978, quando Bufalino pubblica, come curatore, l'antologia fotografica Comiso ieri e manda una copia al famoso critico Venturoli. Da questo semplice pretesto, e dall'intuito di Venturoli, nasce uno scambio epistolare di alto livello culturale, ma anche, e direi soprattutto, di amicizia e intima stima. Tanto che Bufalino manderà alcuni dei suoi dattiloscritti inediti e, quando ormai famoso, scriverà la prefazione di alcune poesie e revisionerà molte delle opere edite, ma anche inedite, del poeta romano.
Bellissime le primissime lettere di Venturoli, intuitive, intelligenti nell'individuare nella prosa bufaliniana una profondità letteraria non comune. Oltre che amico sincero (toccanti le lettere in cui si racconta come amico), è un raffinato lettore dell'opera bufaliniana. Acuta e potente la sua lettura delle poesie, per esempio, o di Calende greche.
Di Bufalino sono pregevoli le confessioni sul suo essere diviso tra il benessere del silenzio e il "riessere" scrittore pubblicante, così come le analisi stilistiche che fa sul suo modo di scrivere e di intendere la letteratura. E più si trova invischiato nei meandri della fama e delle scadenze letterarie, più Bufalino rievoca nostalgicamente il tempo in cui era uno sconosciuto professore di provincia. Sorprende, ma non troppo, l'attenzione alla letteratura nazionale a lui contemporanea nei nomi di Manganelli, Calvino, Sanguineti. È interessante notare che nelle lettere si scoprono disseminate frasi, aforismi, pensieri che si troveranno nelle opere edite del comisano.
È il racconto di un'amicizia vera, affettuosa, come quando Bufalino scrive della morte del padre e, commosso e fraterno, Venturoli risponde. Amicizia senza invidia anche, come quando Bufalino diventa famoso dopo la pubblicazione di Diceria e, invece, Venturoli fa fatica a pubblicare i suoi lavori poetici e narrativi.
Un'affascinante scoperta, da conservare nella memoria.
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