Con una breve ma preziosa prefazione di Liliana Segre, leggiamo la biografia di una giovane donna che al centro della sua vita, dopo la sorella Rossana, ha messo la scuola e lo studio. Preparata sì, determinata pure, ma insensibile no, Lucia Azzolina ha sempre affrontato le difficoltà della sua vita con estrema serietà, analizzando ogni circostanza con rigorosa logicità e sistematizzando il tutto in idee preziose al servizio della scuola. Soldatessa dallo spirito combattivo, cresciuta come tanti in un contesto sociale non felicissimo, Lucia ha trovato nell'amore per i libri un'ancora di salvezza. Libri che fanno comunella con la scuola ed è tra i banchi di un liceo di periferia che ha capito quanto siano indispensabili per essere liberi. E quando si cresce in consapevolezza così in fretta, non si può che non ripagare per quanto avuto. Così, dopo la laurea in filosofia, dopo l'abilitazione all'insegnamento conseguita a Catania (dove ho avuto la fortuna di conoscerla e di diventarne amico), dopo anni di precariato e contemporaneamente di sfiancanti studi per abilitarsi al sostegno e per conseguire una seconda laurea in giurisprudenza, Lucia si è dedicata attivamente alla scuola sostenendola in tutte le sue componenti fondamentali (dagli studenti agli insegnanti, dalla dirigenza al personale ATA), lavorando come sindacalista tra il Piemonte e la Lombardia. Studi e lavoro che le hanno permesso una strabiliante conoscenza della macchina scolastica tanto da farla arrivare alla camera in commissione cultura e istruzione e, con il governo Conte II, al Ministero dell'Istruzione. Qui, mentre scoppiava una pandemia mondiale e mentre un certo obbrobrioso mondo politico le remava contro senza contenuti ma solo con un becero ignorante sessismo, ha dovuto affrontare un'emergenza senza precedenti nella storia, emergenza che ha sconvolto la vita di tutti e soprattutto degli studenti. È un racconto di passione, grinta, competenza, ma anche rammarico, amarezza, delusione e paura per le minacce ricevute e per il tentativo di buttare fuori strada la sua auto con tutta la scorta.
Un libro scritto anche per togliersi qualche sassolino nelle scarpe, contro alcuni politici (senza paura ne cita nomi e cognomi), alcuni partiti, il sindacato. Il racconto biografico, però, è solo un pretesto per riflettere sulla scuola, su quanto sia decisiva per il futuro dei giovani che dovranno vivere in un mondo sempre più complesso e complicato. La scuola è indispensabile per combattere l'ignoranza, la volgarità, il sessismo. È fondamentalmente vita, è potere, quello di decidere della propria vita e nel darne un senso.
Il grande rammarico nel non aver avuto modo di vederla ministra in anni non di emergenza...
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