Ormai l'IA è dentro le nostre case, nelle nostre tasche persino, e molto velocemente altri strumenti intelligenti arriveranno e saranno di uso quotidiano. Tutto ciò sta trasformando il nostro mondo, il nostro modo di vedere il mondo stesso ed è inevitabile chiedersi come tali tecnologie possano non esplodere tra le nostre mani, quale impatto hanno e avranno sul mondo del lavoro, o nell’uso delle armi autonome, quando arriverà il momento della singolarità, ovvero il momento in cui un'IA sarà superintelligente. Preoccupazioni che l'autrice, informatica di prestigio internazionale, in modo chiaro e semplice, cerca di evidenziare, ma allo stesso tempo cerca di combattere. Così, dopo aver definito cos'è un'Intelligenza Artificiale, specificando quanto difficile sia definire l'intelligenza umana, dopo aver spiegato il concetto di razionalità in una Macchina di Turing, dopo aver scorso velocemente la storia dell'IA nei giochi e nell'elaborazioni di dati che per mezzo di algoritmi hanno rivoluzionato il presente, la scienziata distingue gli algoritmi procedurali (le ricette che indicano al pc le procedure, le istruzioni) dalle macchine che, invece, imparano dagli esempi. Macchine, queste ultime, che hanno bisogno di enormi quantità di dati e di sviluppi probabilistici che, ovviamente, non escludono la possibilità dell'errore. Ed è in questi limiti che si inserisce l'idea del rischio, la preoccupazione che tutto possa precipitare in scenari apocalittici. Eppure c'è fiducia nelle parole dell'autrice, c'è la fiducia che si possano valorizzare i benefici dell'IA e allo stesso tempo mitigarne gli effetti negativi. Serve collaborazione tra diverse discipline, tra i ricercatori, tra i programmatori, tra i politici, al fine di trovare un'etica comune che possa portarci a vedere un futuro di speranza e di progresso.
Un libro che scorre veloce, diretto, non impegnativo, in grado di dare informazioni e rassicurazioni, che cerca di rispondere alla domanda: possiamo fidarci dell'intelligenza artificiale?
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