L'amatissimo cappotto che Proust ha indossato per anni, che usava persino come coperta a letto quando scriveva di notte, raccontato da Cocteau e Morand, perduto dopo la sua morte e ritrovato dopo tormentose ricerche, è ormai una leggenda. Una leggenda e un'avventura che l'autrice, appassionata e dal piglio della collezionista, ha raccontato dopo aver spulciato lettere, manoscritti e rintracciando la storia del bibliofilo Jacques Guérin, il collezionista che ha ritrovato il cappotto, oltre ai mobili della stanza del geniale scrittore francese, ora conservati al museo Carnavalet a Parigi. Guérin è un uomo d'affari, un industriale di profumi, ma la sua più grande passione sono i libri rari, i manoscritti, le carte autografe di artisti. È anche un appassionato lettore di Proust che, per un caso fortuito, ha conosciuto Robert Proust, il fratello di Marcel. Alla morte di quest'ultimo, ancora una volta per puro caso, riesce a comprare i mobili dello scrittore, la scrivania e la libreria, e da lì a poco a comprare anche (e a salvare) alcune lettere, bozze, foto, disegni, dediche che non sono stati bruciati dal fratello e dalla cognata. Divenuto amico del rigattiere che si occupa di vendere quel che resta degli oggetti appartenuti a Marcel, Guérin scopre che c'è ancora dell'altro scampato all'oblio: il letto di ottone su cui è stato scritto quel capolavoro universale che è la Recherche e quel famoso cappotto tanto amato da Proust. Cappotto che il rigattiere aveva ricevuto in dono da Marthe, la cognata di Marcel, e che era stato utilizzato per scaldarsi le gambe e i piedi durante delle battute di pesca.
Dalla ricerca di Guérin e dal racconto riportato, emergono storie familiari misteriose, di bizzarre passioni e infedeltà, di retriva omofobia e di imperdonabile incuranza verso i manoscritti di Marcel da parte della sua stessa famiglia.
Il volume è corredato da foto che documentano la profonda passione dell'autrice nei confronti di Proust.
Nessun commento:
Posta un commento