Classico della letteratura post clandestina, ci troviamo di fronte a un saggio-romanzo, a una verità raccontata come un romanzo. È la storia di come si arrivò a quella fatidica data del 16 ottobre 1943, la mattina in cui i nazisti, a seguito di una retata nel ghetto di Roma, deporteranno più di 1000 ebrei. Dopo l'otto settembre, infatti, il maggiore Kappler, comandante della Gestapo a Roma, considera gli ebrei italiani due volte colpevoli: come italiani traditori e come ebrei nemici della Germania. Dopo la razzia di 50 chilogrammi d'oro, quell'odio viscerale sedimentato nei secoli adesso diventato forte ed esclusivo si concluderà con il celebre rastrellamento e la deportazione a Auschwitz di uomini, donne, bambini colpevoli solo di essere ebrei.
Nel volume è raccolta la cronaca Otto ebrei, in cui si racconta del commissario di pubblica sicurezza che dopo la guerra dichiara di aver salvato otto ebrei dal terribile eccidio delle Fosse Ardeatine.
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