Sylvie, Adrienne e Aurélie sono le tre donne che agli occhi del protagonista appaiono amori ideali. Sylvie è l'amica di infanzia, Adrienne è una ragazza che incanta il protagonista con la sua voce, Aurélie è un'attrice che incarna in qualche modo le abilità canore di Adrienne e la grazia di Sylvie. Tutte e tre si trovano sospese tra spazi di realtà e sogno che si intersecano indefinibilmente. Tutto è illusione, come in fondo l'amore ideale. Nel racconto ricordi ed emozioni si intersecano, si sovrappongono, così come si sovrappongono suoni e motivi.
La storia inizia a teatro, a Parigi. Qui il giovane protagonista si innamora di un'attrice, Aurélie, che di notte sogna nel dormiveglia. Qui, in questo sogno che in realtà è più un ricordo, appare Sylvie, l'amica di infanzia già suo primo amore. Inizia a desiderarla e decide di cercarla sempre nei suoi sogni, nei suoi ricordi di infanzia a Valois. Gli appare Adrienne che con la sua voce incanta il giovane e Sylvie piange di gelosia. Dall'affiorare di questo ricordo decide di andare a trovare la povera Sylvie che non vedeva da anni. Con lei ormai non più bambina, bella, tra i vari villaggi, i boschi, le atmosfere di campagna e i ricordi antichi vive momenti di serenità e a tratti anche di euforia, fino a quando non capisce che Sylvie è come una sorella. I giorni passano e i suoi pensieri si distraggono da lei mentre ritornano ad Aurélie e a Parigi. Dopo un viaggio in Germania il giovane rientra nella capitale francese e qui finalmente conosce l'attrice. Tra i due sembra maturare un sentimento d'amore, tanto che il giovane l'accompagna nei suoi tour. Ma anche questo amore è fatto di illusione e si dissolverà quando il ragazzo le racconta di Adrienne e della sua voce. Così, illuso e disilluso, dopo che è ritornato nei suoi amati villaggi, in compagnia di Sylvie che ormai si è sposata, si ricorda di una loro vecchia conversazione in cui realizza che Adrienne era morta qualche anno prima.
Siamo di fronte a un racconto in cui le tre donne sono come dei fantasmi, eteree e sognanti, come il modo di amare del giovane intellettuale parigino. In questa vana ricerca di felicità, solo i ricordi si fanno materiali, corporei, carnali.
Capisco perché Proust e Umberto Eco abbiano ammirato questo racconto.
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